
GROSSETO
Seppur in maniera marginale, l’ondata di maltempo ha colpito anche alcune zone della Provincia di Grosseto: grandine, vento e soprattutto la bomba d’acqua che ha inondato la zona nord, hanno fatto piombare nella disperazione anche gli agricoltori maremmani. "In questo momento, il nostro primo pensiero si rivolge a coloro che hanno subito gli effetti di questa ondata di maltempo: cittadini e agricoltori che hanno visto il lavoro di una vita svanire, persone che hanno perso tutto." Enrico Rabazzi direttore di Cia Grosseto richiama l’attenzione della politica sulle conseguenze del progressivo abbandono delle campagne da parte degli agricoltori. "La Maremma, pur avendo risentito di questa ondata in maniera minore,, ha avuto danni relativamente limitati. Tuttavia, gli ulivi hanno subito perdite a causa della caduta delle olive, e le serre sono state danneggiate a causa del forte vento. Questi eventi, purtroppo, si verificano sempre con maggiore frequenza. Da anni, Cia Grosseto ha sottolineato l’importanza della sicurezza idraulica come priorità per il nostro paese". "È una battaglia che trova poco appiglio nelle stanze dei bottoni – aggiunge – La manutenzione dei fiumi e il monitoraggio costante dovrebbero essere considerati indispensabili per limitare gli impatti dei cambiamenti climatici. La ghiaia deve essere rimossa in modo coerente, e i fiumi devono essere gestiti, puliti e sottoposti a manutenzione adeguata. "La politica, purtroppo, spesso agisce in ritardo o non agisce affatto, e ci troviamo con fiumi che non assomigliano più a fiumi e fossi che sono diventati irriconoscibili. È evidente che la presenza di aziende agricole nelle zone interne, montane e collinari è fondamentale; certo – puntualizza - non serviranno a modificare l’attuale cambiamento climatico ma potranno servire a rendere le conseguenze meno pesanti. La politica deve dunque ripensare alla sua regolamentazione, riducendo vincoli e burocrazia e offrendo garanzie di reddito per prevenire lo spopolamento e l’abbandono delle terre. Gli agricoltori non sono il problema, ma parte della soluzione. Gli organi preposti devono riflettere con determinazione su questo e riconoscere il valore degli agricoltori per la comunità. Forse – chiude Rabazzi – con politiche più oculate, oggi molti cittadini non si troverebbero nella situazione in cui si trovano i nostri corregionali".