La chiesa dell’"Addolorata" "Realtà grande, ma molto attiva"

L’impegno pastorale tocca quattro quartieri: Gorarella, Casalone, la zona del "Pizzetti" e quella dello stadio

La chiesa dell’"Addolorata"  "Realtà grande, ma molto attiva"

La chiesa dell’"Addolorata" "Realtà grande, ma molto attiva"

di Steven Santamaria

Nuova tappa del nostro viaggio fra le parrocchie grossetane. Stavolta è il turno della "Maria Santissima Addolorata", in via Papa Giovanni XXIII. Il 18 settembre 1969, Monsignor Primo Gasbarri, amministratore apostolico di Grosseto, benedì la prima pietra della chiesa che fu dedicata appunto all’Addolorata, con una solenne cerimonia durante la quale fu chiusa, come da tradizione, una pergamena commemorativa dell’evento. Alla costruzione di questo tempio contribuirono il Consorzio Bonifica grossetana, che si assunse l’onere tecnico e finanziario, l’Ente Maremma e il Genio civile di Grosseto. Il suo parroco attuale, Don Marco Gentile, ha raccontato la vita e le esperienze della sua comunità parrocchiale. "La nostra è una parrocchia molto particolare – dice Don Marco Gentile –. È molto grande e molto estesa sul territorio: infatti comprende vari quartieri: Gorarella, il Casalone, la zona del Pizzetti, la zona dello stadio e tutte le vie limitrofe. In più, è ricca nella sua storia perché ha avuto per molti anni i Gesuiti, ai quali poi sono subentrati i sacerdoti diocesani, di cui anch’io faccio parte. Stiamo parlando di una parrocchia, che al suo interno ha varie esperienze. Abbiamo un’attività parrocchiale molto forte, che comprende il percorso di catechesi per i ragazzi e i gruppi famiglia. Abbiamo anche il gruppo scout, che è molto numeroso. Inoltre, manteniamo ancora quell’impronta formativa e di approfondimento della fede tipica dei Gesuiti: infatti, all’interno della nostra parrocchia, abbiamo ancora un po’ di spiritualità Ignaziana. Poi abbiamo un bel gruppo dedicato agli esercizi spirituali nella vita ordinaria. Ad occuparsene sono alcuni laici, che sono stati formati apposta per guidare questo tipo di attività".

"Per quanto riguarda la cerchia più giovane – continua – proponiamo, ovviamente, il nostro percorso di catechismo per i bambini. Abbiamo un bel gruppo numeroso, in totale sono 300 famiglie più gli scout che sono altre 150 persone. In realtà, cerchiamo di porre attenzione e di coinvolgere alle varie iniziative, non solo i bambini, ma anche i loro genitori. Abbiamo anche le nostre attività estive, come ad esempio il Grest, che, in genere, lo organizziamo in parallelo con altre parrocchie, condividendo il tema, le date e i costi, così da realizzare un’offerta più uniforme. Il costo di questa iniziativa è simbolico ed equivale ad un contributo, che poi dipende dalle varie situazioni familiari. In questa chiesa, nessuno viene mai escluso dalle nostre attività. Abbiamo però poco spazio e poche strutture per un eventuale oratorio. Abbiamo soltanto un piccolo campo da calcio, dove facciamo un po’ di fatica a coinvolgere gli educatori che ci si possano dedicare. Abbiamo anche un gruppo di teatro. Per il dopo cresima, abbiamo il cammino degli scout che continua anche dopo i sacramenti, grazie ai vari gruppi dedicati ed è una esperienza abbastanza robusta. Poi abbiamo un altro piccolo gruppo di dopo cresima durante l’anno, ma non è molto numeroso".

Anche i giovani tra i 25-30 anni non mancano. "Ci aiutano – continua – per alcuni servizi fra cui il coro, il canto e altre attività musicali, ma non abbiamo un gruppo stabile che si incontra regolarmente, anche perché molti di loro vivono fuori città per motivi di studio". In arrivo altre attività:" Prima del covid eravamo soliti a proporre delle attività di dopo scuola 2 volte a settimana, ma da allora non siamo ancora ripartiti. Probabilmente – conclude – ce la faremo per l’anno prossimo".