
Francesco Limatola
La Maremma si trova di fronte una sfida complessa e urgente: fermare una crisi demografica senza precedenti. I numeri e gli studi che analizzano le tendenze demografiche da qualsiasi parte si guardino ci consegnano un territorio in piena crisi demografica con effetti devastanti su economia, servizi e qualità della vita. Preoccupa la denatalità: secondo l’Istat a gennaio di quest’anno il tasso in provincia è 5,1 ogni mille abitanti, il tasso di mortalità è invece quasi tre volte più alto, cioè 13,7. I dati forniti dall’Istat ci dicono anche che nel 2024 In Maremma il numero medio di figli per donna è stato di 1,1 e che l’età media della donna al parto è di 32,5. Di nuovo, numeri alla mano, negli ultimi vent’anni, la popolazione provinciale residente tra i 20 e i 34 anni, ha registrato una perdita di 10mila unità.
Siamo in pieno ’inverno demografico’ ed è il risultato di un mix letale di bassa natalità, invecchiamento della popolazione e spopolamento delle aree interne. Un fenomeno che come ripetuto più volte anche dal presidente della Provincia, Francesco Limatola, va fermano ma per arrestarlo è bene comprendere le cause.
Il calo delle nascite è il cuore del problema. In molte aree della Maremma, il rapporto tra anziani e bambini è allarmante: a Roccalbegna, ad esempio, si registra un bambino ogni 17 anziani. Questo squilibrio è aggravato dalla fuga dei giovani, spesso attratti da opportunità lavorative e formative in altre regioni. La scarsità di posti di lavoro qualificati, unita a salari bassi e condizioni precarie, spinge molti a cercare fortuna altrove. Le conseguenze sono disastrose e la principale è che ne esce un territorio sempre più vecchio e povero. Questo squilibrio mette a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico e la capacità di garantire servizi essenziali, come l’assistenza sanitaria. Come ribadito a più tavoli e in più occasioni occorre arrestare questo processo e farlo nel minore tempo possibile sia con soluzioni tampone che con interventi più strutturati.
Per invertire questa tendenza, è necessario un cambio di paradigma. È fondamentale, come ribadiscono le associazioni di categoria, investire nella formazione dei giovani, offrendo loro opportunità di lavoro dignitose e ben retribuite.
Inoltre, è essenziale attrarre nuovi residenti, promuovendo la Maremma come luogo ideale per famiglie e professionisti. In alcuni territori della Maremma interna ad esempio si stanno studiando progetti di accoglienza turistica diffusa e questo può essere uno strumento per rivalorizzare i piccoli centri, cercando di renderli maggiormente attrattivi. Di pari pari passo deve essere ulteriormente incentivato il sostegno alle piccole imprese che possono contribuire a rivitalizzare i centri abitati e a creare un ambiente favorevole alla crescita demografica.
"Occorre investire – sostiene Limatola – in turismo e agricoltura per potenziare i due settori e nel manifatturiero per renderlo più trainante. Solo attraverso politiche mirate e un impegno collettivo sarà possibile fermare la spirale negativa e costruire un futuro più equilibrato e prospero in Maremma".
Nicola Ciuffoletti