Indagini concluse Bancomat fatti esplodere Sgominata la banda

Undici persone accusate a vario titolo di una serie di colpi messi a segno fra l’Emilia Romagna e la Toscana: fra questi quelli di Roselle e Gavorrano.

Indagini concluse  Bancomat fatti esplodere  Sgominata la banda

Indagini concluse Bancomat fatti esplodere Sgominata la banda

Una banda di "bancomattari" organizzatissima. Un modus operandi con la tecnica della "marmotta" consolidato: prima si rubava o ci si procurava un’auto rubata, meglio se di grossa cilindrata, da utilizzare per il furto, la cui targa veniva sostituita con un’altra, sempre rubata; poi, le vetture venivano piazzate in uno dei due garage che i ladri avevano preso in affitto a Castel Maggiore, in provincia di Bologna, e a bordo vi caricavano gli abiti e i passamontagna necessari per travestirsi, le ricetrasmittenti per comunicare senza usare i cellulari (intercettabili), e appunto gli ordigni detti "marmotte", utilizzati infine per fare saltare i bancomat prescelti, facendoli deflagrare dopo averli infilati nelle feritoie da cui esce il contante. Questo almeno è il quadro delineato dalla Procura bolognese: i colpi contestati, con bottini di decine di migliaia di euro ogni volta, sono undici, sparsi tra l’Emilia-Romagna e la Toscana: fra questi anche quelli messi a segno a Roselle il 7 giugno 2020 e a Bagno di Gavorrano il 5 agosto 2020.

Ora, è arrivato l’avviso di fine indagine firmato dal procuratore aggiunto Morena Plazzi, destinato a undici uomini, quasi tutti bolognesi, tra i 25 e i 50 anni, residenti tra Borgo Panigale, Barca e centro, accusati a vario titolo di furto aggravato in concorso, ricettazione di auto e targhe, detenzione di esplosivo, e, sette di loro, di associazione a delinquere finalizzata ai furti con l’utilizzo di materiale esplosivo. Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Matteo Murgo e Antonio Cappuccio. Alcuni devono rispondere anche di danneggiamenti, per avere dato alle fiamme le auto utilizzate per i colpi al fine di cancellare le proprie tracce e, in un caso, per avere forato con dei chiodi gettati sull’asfalto le gomme dell’auto di servizio dei carabinieri che li stavano inseguendo. Non solo: gli inquirenti ritengono che diversi colpi siano stati messi a segno con altre persone rimaste ignote, perciò l’indagine potrebbe ampliarsi ancora.

I furti contestati sono numerosi, tutti avvenuti tra marzo e novembre 2020: il bottino finale stimato, solo di contanti ’prelevati’ dai bancomat fatti saltare per aria, sfiora i 400mila euro. A fare scattare l’indagine di carabinieri e Procura fu l’arresto in flagrante, appunto a fine novembre 2020, di sei dei sette indagati ora accusati dell’associazione.

Federica Orlandi