
I giudici accolgono il ricorso dell’azienda ’La Pollinosa’ per Giannutri. Il Parco dell’Arcipelago aveva negato l’autorizzazione per le arnie.
Le api regine potrebbero tornare sull’Isola di Giannutri, per fecondarsi in maniera selezionata come avvenuto dal 2019 ad oggi. Così ha deciso il Tar della Toscana che ha accolto il ricorso presentato da una società agricola di apicoltori, La Pollinosa, che si era vista respingere dal Parco dell’Arcipelago Toscano la richiesta di installare in località ’Vigna vecchia’ una stazione di fecondazione che già aveva funzionato negli anni precedenti. Il Tribunale amministrativo ha disposto l’annullamento della nota del Parco con cui veniva respinta la richiesta di autorizzazione specificando che "il provvedimento impugnato è illegittimo nella misura in cui il Parco non ha attivato il dovuto contraddittorio con la Società richiedente ed ha esercitato poteri palesemente ed ampiamente discrezionali senza acquisirne l’obbligatorio apporto collaborativo e senza valutare gli eventuali elementi istruttori o deduttivi potenzialmente suscettibili di apprezzamento nel complesso quadro istruttorio".
Insomma, la decisione sarebbe dovuta arrivare dopo un confronto ed una discussione tra i due soggetti in causa, "un contraddittorio procedimentale, reso – specificano i giudici – ancora più necessario dal fatto che nei quattro anni precedenti il Parco aveva comunque autorizzato l’installazione stagionale degli apiari".
Una divergenza di opinioni che è apparsa evidentemente chiara ai giudici amministrativi con l’azienda la Pollinosa che per produrre api regine selezionate ha bisogno che le stazioni di fecondazione siano isolate di almeno tre chilometri da altri eventuali apiari, in modo da escludere l’arrivo di maschi o fuchi da altre realtà. E per questo un’isola in mezzo al mare è quanto di meglio si possa trovare anche se, secondo il Parco, la presenza delle api sottrarrebbe cibo o fiori alle api selvatiche, o agli altri insetti impollinatori. Questo sarebbe stato motivato con uno studio condotto sull’Isola dell’Università di Firenze che ha lasciato molti dubbi a tutte le associazioni apistiche del territorio nazionale che si sono infatti costituite in questo giudizio lamentando una carenza istruttoria e motivazionale nonché contraddittorietà nell’azione del Parco. Da quanto appare nel dispositivo negli anni antecedenti il Parco "ha autorizzato interventi di derattizzazione e disinfestazione non considerati nell’iter istruttorio che giunge ad imputare il pericolo per la biodiversità solo all’immissione delle specie di api allevate".
Sabino Zuppa