Esattamente oggi, di qualche secolo fa, avveniva a Massa Marittima un fatto inusuale per l’epoca, uno di quegli eventi in cui la storia cambia passo e segna una svolta per la popolazione di un luogo. Per la precisione è il 31 luglio 1225 quando, a San Pietro all’Orto, i massetani firmano un concordato col loro vescovo che li assolve dal giuramento di fedeltà che gli è dovuto, in quanto loro signore, in cambio del saldo dei suoi debiti. Il vescovo Alberto è molto indebitato, tanto che deve impegnare persino la sua rocca di Monteregio e sostenere gli assalti dei sudditi che al tempo stesso sono vassalli, enfiteuti, precaristi della Chiesa vescovile, del Capitolo, dei Vicedomini. Per cui l’alto prelato, incalzato dal ricco e dinamico Comune è costretto ad accettare di subordinarsi a Pisa. Il Capitolo della Cattedrale, costituito da quattro canonici, gli dà il consenso e concede a Bernardino di Toso "rectori et domino comunis", ricevente per il Comune e l’università di Massa, libera e perpetua facoltà di eleggere il Podestà o i Consoli e gli altri ufficiali come e dove il Consiglio vorrà. Così podestà e consoli saranno liberi di amministrare e avranno la loro giurisdizione. Un passo importante, in quel medioevo che tanti ritengono epoca di oscurantismo, verso la libertà dei massetani.
Rossano Marzocchi