REDAZIONE GROSSETO

Il caso di via Almirante "Il sindaco ha lacerato la città e spaccato la sua maggioranza"

L’opposizione: "Un blitz del presidente del Consiglio Turbanti e di FdI ha consentito di spostare l’argomento dall’ultimo al primo punto all’ordine del giorno per evitare defezioni e non far saltare il numero legale".

Il caso di via Almirante "Il sindaco ha lacerato la città e spaccato la sua maggioranza"

È decisamente aumentata la tensione, tra maggioranza e opposizione, dopo le votazioni sulla mozione di via Almirante. L’opposizione non ci sta e continua a ribadire la sua contrarietà ad una scelta, a suo avviso, solo dannosa per la città . "Con l’intitolazione di una via a Giorgio Almirante – spiega Carlo De Martis, capogruppo di Grosseto Città Aperta – il sindaco di Grosseto è riuscito a lacerare la città e spaccare la maggioranza. Infatti, il capogruppo di Forza Italia si è chiamato fuori, neppure firmando la mozione sottoscritta da tutti gli altri gruppi di maggioranza. Dal gruppo Nuovo Millennio, si è sfilata la consigliera Gaviano e addirittura la Lega ha fatto mancare due voti, con il consigliere in quota CasaPound che ha rivendicato che con gli antifascisti nessuna pacificazione è possibile e il consigliere Cerboni che ha votato contro non condividendo una scelta solo divisiva".

"Che le cose in maggioranza buttassero male lo si respirava da giorni – dice Davide Bartolini, capogruppo del Pd – tanto che in apertura di seduta è stato necessario un blitz del presidente del consiglio a quattro mani con Fratelli d’Italia per anticipare la discussione su via Almirante dall’ultimo al primo punto all’ordine del giorno ed evitare il rischio di ulteriori defezioni che avrebbero fatto saltare il numero legale. In passato, Alessandro Antichi ben due volte rispedì al mittente la pretesa dei suoi assessori di intitolare una via ad Almirante. E così fece anche Alemanno, sindaco di Roma con un passato nel partito di Almirante, resistendo a fortissime pressioni e tenendo a bada la destra romana e nazionale".

"Antonfrancesco Vivarelli Colonna – spiega Giacomo Gori, leader dei 5 Stelle – non è riuscito a tenere a bada il suo assessore Fabrizio Rossi, vero artefice di tutta questa operazione e, ancora una volta, vincitore dell’ennesima prova di forza con il sindaco. Perché, non va dimenticato, da mesi Vivarelli Colonna ripete di voler rimuovere Rossi dalla giunta non potendo i suoi impegni di parlamentare conciliarsi con quelli di assessore al centro storico ed all’urbanistica, e tuttavia Rossi resta ben saldo, indifferente ad un centro storico che è nella condizione che sappiamo. In compenso questi nostri amministratori sono riusciti ad impantanare la città fin dal 2018 in un dibattito senza fine e sempre più incattivito. Tutto questo per rendere omaggio ad una figura che, soprattutto in Maremma, ricordiamo per aver firmato il ‘manifesto della morte’ e per l’organizzazione della propaganda razziale al servizio di un regime che a Roccatederighi realizzò un campo di concentramento".