MARIA VITTORIA GAVIANO
Cronaca

I messaggi di don Ciotti: "L’ultima mafia è sempre la penultima. Dobbiamo reagire"

Il sacerdote ha incontrato gli studenti nel Polo Universitario e nel suo intervento li ha invitati ad essere sempre parte attiva "Il ’Noi’ è l’elemento vitale della società, la scuola deve essere una spina".

Sguardo limpido, che saprebbe parlare anche senza pronunciare parole. Ma è così bello ascoltarlo. Imprime nella mente e cuore grandi insegnamenti con uno sguardo che non perde mai gli occhi che ha di fronte. Ed ieri ne aveva davanti tantissimi.

"Vi prego di diffidare dai navigatori solitari, perché da soli non si va da nessuna parte – ha detto iniziando il suo intervento –. Il Noi è l’elemento vitale per la società, per la chiesa, per la scuola". Don Ciotti ha poi affrontato la questione delle dipendenze dalle droghe, dal gioco d’azzardo e da internet, ha parlato dei suicidi che sono in aumento. Anche nella gestione di queste problematiche è importante il Noi: "Guai se ci chiudiamo ognuno nel nostro recinto – ha detto – presi solo dai nostri problemi perché, se lasciamo dei vuoti qualcuno li riempie. Di fronte a questi problemi c’è una società che ci chiede di esserci".

Ha poi avviato una riflessione sulla mafia, partendo da quell’incontro a Gorizia con Giovanni Falcone, che per don Ciotti è diventato una sorta di chiamata ad un impegno ancora più diretto e intenso dopo le stragi. "Con Giovanni Falcone ci demmo una stretta di mano dandoci l’appuntamento per un caffè, che non siamo mai riusciti a prendere. Non dimenticatevi mai che l’ultima mafia è sempre la penultima – detto ancora –, perché nel codice etico dei mafiosi ci sta un imperativo: rigenerarsi. Dobbiamo spezzare tutto questo".

Rivolgendosi alla platea di giovani Don Ciotti ha sottolineato anche l’importanza di saper cogliere le cose positive della vita per non scoraggiarsi e di fare sempre la propria parte per migliorare ciò che non va, rimboccandosi le maniche: "Non dimentichiamoci che il male non è solo di chi lo commette e dei suoi complici – ha commentato don Ciotti –, ma anche di chi assiste senza fare nulla per contrastarlo, rifugiandosi nell’ipocrisia, nella delega e nell’indifferenza, perché ci sono situazioni in cui il silenzio diventa una colpa e parlare un imperativo etico. Ma non basta denunciare, bisogna anche proporre e fare la propria parte".

Infine, un richiamo alla scuola: "La scuola vera deve essere una spina nel fianco dei conformismi – ha detto –, educare significa rendere consapevoli e la consapevolezza porta a farsi delle domande, a pensare. La domanda è la madre del pensiero. E io mi sento un po’ grossetano, perché ho frequentato la terza elementare a Polverosa".

Questo incontro si inserisce nel percorso avviato dalla Provincia per diffondere la cultura della legalità – ha commentato il presidente della Provincia, Francesco Limatola – che stiamo portando avanti, sia attraverso la firma di Protocolli di intesa, come quello del 2023 con la Guardia di finanza, sia attraverso tante iniziative pubbliche con i giovani e con il Parlamento regionale degli studenti del gruppo di Grosseto".

"Mi sono emozionata tantissimo – ha detto Roberta Giorgi, referente del coordinamento provinciale Libera Grosseto –, soprattutto quando don Ciotti rispondeva alle sollecitazioni degli studenti. Ecco questo è l’associazione Libera, che da 30 anni è riuscita a fare tantissimo, sia a livello istituzionale, sia normativo, sia sociale".