
L’aumento dei prezzi del gasolio induce le marinerie di Monte Argentario e di tutta la costa maremmana ad un fermo pesca forzato dovuto allo sciopero generale del settore che sta interessando quasi tutto il territorio nazionale. Un’agitazione che dovrebbe andare avanti tutta questa settimana e forse anche la prossima. Al momento, infatti, dagli organizzatori è stata lasciata la facoltà ai pescatori stessi di poter tornare in mare, qualora lo ritengano economicamente sostenibile, da lunedì.
La causa è abbastanza chiara, perché circa il 70% dei costi dei pescherecci d’altura, quelli che trainano le reti a strascico, è dovuto al carburante, con un restante 30% che riguarda contribuiti e stipendi dei dipendenti, tasse e ammortamento dei materiali. Ovviamente l’aumento di quasi il 100% dei costi del gasolio agevolato per i pescatori, passato dai 60 centesimi di euro di un anno fa ad oltre 1 euro di oggi, fa sì che un armatore che fa uscire una barca da pesca parta subito con un costo eccessivamente elevato da ammortizzare. Per un peschereccio di medie dimensioni ci vogliono circa 800 litri di gasolio a pescata, considerando che si esce dalla mezzanotte e si rientra a metà pomeriggio del giorno successivo, con le barche più grandi che arrivano anche a 1100 litri a pescata.
Lo spunto per cominciare lo sciopero all’Argentario è arrivato dalle marinerie del Lazio, Civitavecchia e Anzio, i cui rappresentanti domenica sono venuti in Maremma per chiedere di fare fronte comune con la speranza di aiuti dal governo.
"Abbiamo deciso tutti di aderire a questo sciopero per solidarietà con gli altri armatori – ci spiega Domenico Covitto, proprietario di un peschereccio e battitore alle aste del pesce di Porto Ercole e Porto Santo Stefano –, ma sono convinto che avremmo potuto metterci d’accordo per fare qualcosa di più costruttivo. Chiedere aiuto alle istituzioni sul prezzo del gasolio adesso, che c’è la guerra, rischia di essere un grido inascoltato, mentre forse sarebbe stato più produttivo il chiedere conto al governo di questioni irrisolte e magari avere qualche altro tipo di sgravio, sui contributi ai dipendenti per esempio. Voglio ricordare che aspettiamo ancora i soldi del fermopesca del 2020 e 2021 e, ad oggi, non abbiamo ricevuto contributi per il covid di un bando dello scorso autunno. Per questo penso che delle richieste ben circostanziate, paventando uno sciopero serio, con rischio di persone in disoccupazione, potrebbe avere maggiori effetti".
Oltre ai pescherecci si sono fermati anche i rappresentanti della piccola pesca.
Sabino Zuppa