Festival Tirreno. Il "Mur" chiude pure la rassegna

Al Cineclub il documentario di Smutniak e Bombini sulla barriera tra Polonia e Bielorussia.

Festival Tirreno. Il "Mur" chiude pure la rassegna

Festival Tirreno. Il "Mur" chiude pure la rassegna

Due ospiti speciali oggi a Follonica per il gran finale del Piccolo Festival Tirreno: Kasia Smutniak e la sceneggiatrice Marella Bombini. In programma la doppia proiezione in anteprima provinciale (alle 18.30 e alle 21.30) del film "Mur", vincitore del Nastro d’Argento 2024 per il miglior documentario.

Si tratta del film d’esordio alla regia di Kasia Smutniak, scritto dalla stessa attrice polacca e dalla sceneggiatrice Marella Bombini. Le stesse Smutniak e Bombini interverranno in sala per discutere dei temi trattati nel documentario.

"Mur" è incentrato sul muro d’acciaio che per per 186 chilometri percorre il confine tra Polonia e Bielorussia. Una barriera costruita per respingere i migranti che tentano di entrare nell’Unione Europea in cerca di rifugio. Smutniak, insieme a degli attivisti locali, si sposta dalla casa di sua nonna fino alla zona proibita per riprendere e vedere coi suoi occhi quell’orrore d’acciaio di cui non esistevano foto.

Il racconto parte dal marzo 2022, pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’intera Europa si è mobilitata per dare asilo ai rifugiati. La Polonia si è distinta per tempestività e generosità, me è lo stesso Paese che ha appena iniziato la costruzione del muro più costoso d’Europa per impedire l’entrata di altri rifugiati lungo tutto il confine bielorusso, chiamata zona rossa, impedisce a chiunque di avvicinarsi e vedere la costruzione del Muro: il protagonista della storia raccontata in questo film.

Kasia Smutniak esordisce alla regia con un lavoro che è allo stesso tempo un diario intimo e una denuncia. Il percorso, un incerto e rischioso viaggio nella zona rossa dove l’accesso non è consentito ai media, inizia davanti a un muro e davanti a un altro muro finisce. Grazie all’aiuto di attivisti locali e con una leggerissima attrezzatura tecnica, la regista raggiunge il confine e filma ciò che non si vuole raccontare non innalza muri.

Per informazioni e iscrizioni è possibile telefonare al numero 339/3880312.