Dovrà lavorare all’Enpa. Per quasi mille giorni (920 per l’esattezza) dovrà occuparsi di dare da mangiare agli animali custoditi dall’associazione e pulire gli ambienti dove vivono i gatti. Lo farà perché deve scontare una pena di due anni, 6 mesi e 20 giorni che l’uomo, un infermiere di 44 anni, ha patteggiato durante l’udienza in tribunale a Grosseto. Era stato accusato di peculato e falso in atto pubblico, ma gli è stata revocata ogni tipo di misura, anche l’interdizione dai pubblici uffici.
La storia risale al marzo del 2023 quando l’infermiere, che lavora al Misericordia, viene arrestato e portato in carcere. Era accusato di aver prelevato dalla cassaforte del reparto dove lavorava tre fiale di morfina da 10 milligrammi ciascuna. Aveva anche falsificato, per non farsi scoprire dal capo-reparto, il registro dei farmaci, scrivendo di aver somministrato i medicinali a pazienti che però non avevano quella speciale prescrizione. L’uomo, difeso dall’avvocato Bancalà, aveva però spiegato subito che quella sostanza se l’era iniettata per superare lo stress che aveva subito durante il Covid. L’infermiere, ha spiegato, lavorava in un reparto dove la situazione era davvero pesante. La morfina gli serviva anche per dormire e aveva scelto quella sostanza "perché – ha detto – non crea dipendenza". Dopo l’accordo con la pubblica accusa durante il processo, l’uomo ha chiesto di poter patteggiare. L’Asl non si è costituita parte civile nel procedimento anche perché il danno materiale ed economico che l’infermiere ha procurato all’Asl è stato di appena 50 euro. Richiesta, quella dell’avvocato, che è stata accolta dal giudice per l’udienza preliminare Sergio Compagnucci, che ha disposto 1840 ore di lavoro all’Enpa dove, appunto, dovrà occuparsi di accudire i gatti randagi dell’associazione grossetana che gestisce diverse colonie feline nel capoluogo.