LUCA MANTIGLIONI
Cronaca

Esercitazione militare. Pilota in mare alla deriva. Scattano i soccorsi

A Marina simulazione delle operazioni di recupero dei militari costretti a lanciarsi dal loro caccia. Monti: "Sempre addestrati ad ogni emergenza".

Esercitazione militare. Pilota in mare alla deriva. Scattano i soccorsi

"Un pilota militare non deve saper soltanto guidare un caccia, ma deve essere perfettamente in grado anche di gestire situazioni diverse, soprattutto se si tratta di emergenze".

Detto questo, il colonnello Filippo Monti, comandante del 4° Stormo, è passato dalla teoria alla pratica e ha seguito gli altri piloti impegnati nell’esercitazione che proponeva uno scenario che ovviamente nessuno si augura di dover vivere, ma che fa parte dei rischi del mestiere e come tale deve essere conosciuto: l’aereo ha avuto un problema, il pilota si è espulso dall’abitacolo ed è ammarato. In mezzo alle onde aspetta l’arrivo dei soccorsi.

L’esercitazione si è svolta a Marina, nello specchio di mare di fronte allo stabilimento balneare dell’Aeronautica militare, ed è una simulazione con cadenza annuale "ma che è parte integrante – ribadisce il comandante – dell’addestramento di ogni pilota e che consente di avere sempre la massima operatività in ogni situazione".

Croce rossa e personale del "118" erano parte attiva delle operazioni, con quello della Capitaneria a supporto, e i piloti militari si sono tuffati in mare lanciandosi da un elicottero che li ha portati all’interno dell’area delimitata. Prima dell’inizio della parte operativa c’è stato però un breafing a terra sul kit di emergenza di cui ogni pilota è dotato anche durante il volo e sul corretto utilizzo di ogni strumento.

"Si tratta di un addestramento completo – spiega il tenente colonnello pilota Federico Pasqui –, indispensabile per gestire situazioni di grande emergenza in ambienti diversi da quelli dell’abitacolo di un caccia. Basti pensare che il solo equipaggiamento di cui il pilota è dotato ha un peso di 8 chili che, in acqua, aumenta. Poi bisogna conoscere perfettamente le procedure che consentono di muoversi comunque in sicurezza ed essere pronti ad usare i sistemi di segnalazione nel modo corretto, oltre ad avere una grande tenuta psicologica perché non è detto che i soccorsi possano arrivare in tempi brevi".

In questi frangenti, infatti, anche gesti o attività che in condizioni normali possono sembrare banali qui possono aiutare a mantenere alta la concentrazione e a dare sicurezza.