
Al termine della giornata lavorativa hanno avuto una pessima sorpresa: secondo il loro racconto, sarebbero stati aggrediti, picchiati e rapinati. E per questo due persone sono state bloccate dalla Polizia e arrestate.
E’ quanto accaduto in un’azienda agricola grossetana dove i due operai di nazionalità straniera avevano appena terminato il tutno di lavoro ed erano in attesa di ricevere lo stipendio. Stando a quanto riferito poi ai poliziotti, un familiare del titolare dell’azienda avrebbe mostrato la busta con i soldi in contanti relativi alla retribuzione e, insieme a questa, avrebbe mostrato un foglio che i due avrebbero dovuto firmare prima di ritirare i soldi. I due operai, però, hanno chiesto che fosse tradotto nella loro lingua il contenuto del documento e questa richiesta avrebbe fatto scattare il rifiuto di consegnare lo stipendio.
Uno dei due, allora, ha preso il telefono cellulare con l’intenzione di chiamare la Polizia e qui la situazione sarebbe definitivamente degenerata.
Altri due dipendenti dell’azienda – sempre stando alla ricostruzione fatta – si sarebbero avvicinati e uno avrebbe anche colpito l’operaio che stava provando a comporre il numero di telefono, mentre l’altro dipendente cercava comunque di impedirglielo. A notare la scena concitata è stata una donna che ha dato quindi l’allarme facendo arrivare le "Volanti" della Polizia.
Gli agenti hanno trovato uno dei due operai stranieri ferito alla testa, mentre i due presunti aggressori si stavano allontanando su un furgone che, però, è stato subito bloccato. Una volta raccolti elementi ritenuti sufficienti a ricostruire quanto accaduto, i due dipendenti dell’azienda sono stati arrestati con l’accusa di rapina aggravata. Si tratta di due uomini di nazionalità marocchina di 43 e 51 anni che adesso si trovano in una cella di via Saffi.
Secondo le ipotesi contestate, quindi, i due avrebbero aggredito gli altri operai per sottrargli il cellulare così che non potessero chiedere aiuto, perché la tesi sulla quale si sta cercando di fare luce è quella che i due lavoratori non avessero in realtà un regolare contratto.
Tesi che sarebbe stata confermata poi da uno degli aggrediti che avrebbe raccontato ai poliziotti di essere stato minacciato e poi aggredito e che i loro turni di lavoro sarebbeso stati anche di 13 ore al giorno per sei euro all’ora.