
Attilio Tocchi evidenzia i benefici di questo alimento e chiede che ci sia anche una maggiore campagna di informazione.
"Quello del latte, con un valore della produzione di oltre 7 miliardi di euro nella fase agricola tra latte vaccino, ovicaprino e bufalino e 18,5 miliardi di fatturato dell’industria lattiero casearia, si conferma settore pilastro dell’agroalimentare italiano". Lo ha ricordato Attilio Tocchi, presidente di Confagricoltura, durante la ’Giornata mondiale del latte’, invitando anche a "riflettere sul valore di questo prezioso alimento e promuovere una maggiore consapevolezza sui benefici che apporta alla nostra salute attraverso campagne di informazione che vadano oltre i programmi di educazione alimentare nelle scuole". Sono tre in Italia e anche nella nostra provincia le tipologie di latte (bovino, ovicaprino e il bufalino) che permettono di fornire 9,3 miliardi di valore al consumo dei formaggi Dop, Igp e Stg italiani, di cui 2,7 miliardi destinati all’export.
"L’importanza del latte anche a livello locale è notevole – continua Tocchi –, grazie alla Dop del pecorino toscano che permette la, seppur complicata, sopravvivenza del maggior numero di allevamenti ovini nella nostra provincia e a livello regionale. Per quanto concerne invece il latte bovino evidenziamo la presenza di uno zoccolo duro di produttori che, grazie a marchi locali, danno vita ad un prodotto di grande qualità".
Angela Saba, responsabile nazionale del settore Ovicaprino di Confagricoltura pone l’attenzione sulle esportazioni. "Il latte, in particolar modo quello ovicaprino – spiega – non gode di buona salute, con le esportazioni bloccate, sopratutto verso gli Stati Uniti, condizionate dal blocco dell’export del vino. Così il pecorino toscano Dop, prodotto simbolo della Maremma, dopo la crisi del 2023 mostra piccoli segnali di ripresa. Stiamo lavorando con il Consorzio di Tutela a un progetto di filiera condiviso e inoltre la Regione sta profondendo un notevole sforzo di sostegno ai pastori in ogni ambito, dalla stagionatura dei formaggi, alle ristrutturazioni degli ovili. Ma se vogliamo davvero dare un futuro a questo settore si deve puntare decisi al sostegno verso il ricambio generazionale. Senza giovani imprenditori si può arrivare al paradosso di avere i bandi, e dunque i soldi, ma non più le aziende pronte a recepirli".