di Stefano Cecchi
Cronaca

L'ultimo viaggio della Concordia, cartoline dal Giglio

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Stefano Cecchi

Isola del Giglio (Grosseto), 16 luglio 2014 - Gli aggiornamenti di oggi dal nostro inviato dalla sala stampa allestita per le operazioni di rigalleggiamento del relitto della Costa Concordia:

- Fidarsi è bene, ma non fidarsi lo è ancora di più. Così, siccome la Concordia nel suo tragitto di avvicinamento a Genova passerà vicino anche alla Corsica (seppur non entrando mai in acque territoriali francesi) il governo francese ha chiesto ufficialmente garanzie al governo italiano che tutto sotto il profilo della sicurezza ambintale sia garantito. Lo ha fatto ieri attraverso il ministro dell'Ambiente Ségolène Royal che ha invitato il suo omologo italiano Galletti a fornire tutte le garanzie sull'assenza di rischi di inquinamento al largo della Corsica. Lo riferisce una nota dello stesso ministero, precisando che l'intervento della Royal è arrivato su sollecitazione del sindaco di Bastia, che "le aveva comunicato le sue preoccupazioni" sulla vicenda. Evvabbè.

- Intanto in porto al Giglio è arrivato anche il secondo dei megarimorchiatori di altura che dovranno trainare la Concordia fino a Genova. Sono due mezzi enormi, più grossi perfino del traghetto che collega il Giglio a Santo Stefano, eppure avvicinandosi all'ex ammiraglia di Costa sembrano minuscoli, due piccole zattere che provano a ingabbiare coi loro fili di acciaio il gigante spiaggiato. Un'immagine che rimanda a suo modo alle favole, a Gulliver imprigionato dai mille fili del piccolo popolo che lo vuole rendere docile. Ma in fondo l'analogia non è poi così insensata: cos'altro è il recupero ciclopico della Concordia se non una favola tecnologica del terzo millennio?

- “Ingegner Porcellacchia, ma a lei la frase di mister Thamm sul contributo dato da Costa alla crescita del Pil italiano non le è parsa sconveniente?”. La domanda della giornalista di Sky non peccava certo di diplomazia, ma lui, il tecnico che si è inventato dal nulla il modo di rigirare e  poi far rigalleggiare la Concordia, non si è scomposto. “Beh, io non ci trovo niente di sconveniente, ma forse è meglio se questa domanda la farà direttamente a mistrer Thamm, in questi giorni avrà sicuramente modo di porgergliela”. No,  qui al Giglio, fra i tecnici che stanno per compiere l’impresa, tutto può accadere tranne che innescare una polemica mediatica, superflua. Sia Porcellacchia, sia gli altri che in queste ore stanno per vedere realizzarsi un’impresa clamorosa dell’ingegneria italiana, in questi anni hanno sempre dimostrato di stare attenti solo al lavoro e mai al bla bla, solo ai risultati e poco al clamore. Certo, una minoranza nell’Italia altrimenti affollata di parolai politici e di protettori civili da copertina patinata. Ma una minoranza che lascia comunque in bocca il sapore buono dell’orgoglio nazionale.

- Certo, se uno pensa alle cifre che ruotano attorno alla vicenda Concordia, non può che rimanere sbalordito. Quando la nave fu varata, nel 2006 a Genova, la Carnival staccò un assegno da 450 milioni alla Fincantieri per pagare la commessa. Fra due anni, quando sempre a Genova la vicenda Concordia sarà conclusa con lo smantellamento della nave, la stessa Carnival avrà staccato assegni per un miliardo e mezzo di euro. Il recupero e lo smantellamento della nave, insomma, verrà a costare tre volte del valore iniziale del transatlantico. Con un esborso che ha dato lavoro a migliaia di persone, incrementando sul serio nei fatti il Pil italiano. In particolare: l’Emilia Romagna, sede di Micoperi, è stata la Regione che ha intercettato più risorse, seguita dal Friuli Venezia Giulia (sede di Fincantieri e Cimolia, grandi fornitori di progetto) quindi la Toscana che supera di poco la Liguria (con il comparto nautico spezzino e genovese).   Forse, prima di aprire polemiche sulla destinazione locale di questo clamoroso flusso di denaro, converrebbe pensarci almeno due volte.

- Secondo la capitaneria di Porto, “il mare del Giglio è oggi il più controllato d’Italia”. E in effetti a leggere le cifre dell’intera operazine Concordia, viene da sbalordirsi. Fino ad oggi l’Università la Sapienza ha effettuato 18.000 analisi delle acque interne ed esterne. L’Oceanomare Delphis ha eseguito 792 campagne di avvistamento per il monitoraggio cetacei per un totale di quasi 9.000 km percorsi. L’Unigenova ha effettuato 4.200 campionamenti sulle acque esterne  con più di 2.000.000 di dati acquisiti sullo stato delle correnti, con l’Arpat che a sua volta ha compiuto 20.000 analisi su parametri relativi sempre alle acque esterne. Una mole sbalorditiva di dati a dimostrare come l’Italia del dopo tragedie a volte possa essere efficientissima e metodica all’inverosimile. Basta che a gestire il tutto non sia la Politica con i suoi bizantinismi.

- E intanto qui al Giglio i cittadini si chiedono “quando”. Ovvero quando la Concordia davvero lascerà per sempre Punta Gabbianara. I lavori di ancoraggio degli sponsor stanotte hanno avuto qualche ritardo, “serviranno 12 ore di più del previsto”, ha detto lo stesso Nick Sloane, ma ciò non dovrebbe comunque inficiare sullo decisioni già prese. Ovvero sul fatto che la partenza per Genova dovrebbe avvenire lunedì prossimo. In realtà, se non ci fossero altri inciampi, la Concordia potrebbe partire già prima, domenica, o forse anche sabato, ma per ragioni di opportunità  nessuno se la sente di chiudere il porto e dunque i colleganti con la terraferma, nel week end, ovvero nei giorni di maggiore afflusso turistico. Così, per tutti coloro che avessero ancora voglia di vedere il profilo della Concordia ridisegnare lo sky-line dell’isola, resta un ultimo fine settimana di tempo.  L’ultimo week end prima che il Giglio torni alla sua prepotente bellezza selvaggia  senza più quell’idea di Meccano Gigante  che ne ha caratterizzato gli ultimi due anni e mezzo. Nel dirlo c’è già un po’ di nostalgia.