L'agricoltore sul lastrico: "Io lavoro, i cinghiali mangiano. Chiudo"

Sorano, Michele Carrucola ha un’azienda di 50 ettari ogni giorno devastata da questi animali

Sorano (Grosseto), 20 settembre 2022 - A Michele Carrucola, 28 anni, agricoltore di Montevitozzo, l’amore per la propria terra e la dedizione al lavoro non bastano più. Oggi quello che lancia l’agricoltore soranese è un grido di disperazione.

"La fauna selvatica – racconta – mi costringerà a chiudere l’azienda, ormai le perdite causate principalmente dai danni provocati dai cinghiali superano abbondantemente i guadagni".

Se così sarà, il fatto rappresenta sicuramente una perdita per tutti perchè un giovane che investe in agricoltura e lo fa nel territorio dove è nato rappresenta indiscutibilmente una grande risorsa e al tempo stesso un grande esempio di coraggio. Carrucola è disperato, i cinghiali, ormai presenza costante nei suoi campi, sono diventati un problema insostenibile.

"Arrivano indisturbati – prosegue – rovinano colture, danneggiano pascoli, uccidono i cani da guardiania, impauriscono il gregge di pecore. Mi trovo veramente demoralizzato. Siamo alle battute finali. Tutti i giorni mi alzo, mi reco nei miei terreni e inizio a contare i cinghiali. Ci sono branchi di 40 animali".

L’azienda di Carrucola si estende per 50 ettari, ai piedi di Montevitozzo (frazione di Sorano), e si trova all’interno di un’area definita"zona bianca", di ben 150 ettari dove non è possibile effettuare battute di caccia al cinghiale. "Gli altri 100 ettari con cui confino sono di proprietà di agricoltori anziani, ultranovantenni – prosegue – che non curano e non manutengono. Questo riconoscimento, quello cioè dell’intera area in zona bianca è un passaggio che risale al 2018. Negli ultimi anni abbiamo visto l’aumento indiscriminato dei cinghiali".

Eppure l’azienda che oggi è intestata a Michele è stata prima di suo padre e prima ancora di suo nonno, due famiglie nell’arco di circa un secolo, sono riuscite a tirarci fuori guadagni e utili per andare avanti. "Fino a poco tempo fa avevo 240 pecore – racconta Michele Carrucola –, ma sono stato costretto a venderle 100. Un anno fa i cinghiali mi hanno ucciso tre cani da guardiania, di recente un pastore maremmano ha riportato una brutta ferita a una zampa".

A pensare che proprio 4 anni fa, il giovane agricoltore ha ottenuto 100mila euro di finanziamenti derivanti dal Psr. "Quattro mesi fa – spiega – ho provato a scrivere anche alla Regione, ho mandato una lettera con tanto di spiegazioni, motivazioni, ho denunciato i danni che ho subito. Purtroppo devo ancora ricevere risposta".

Ciò che non dovrebbe mancare a un giovane è la motivazione, ma non sempre è così. "Oggi mi sento demotivato – conclude – come posso continuare a vedere il mio lavoro distrutto dagli animali selvatici? Se continuerà così, senza cambiare niente, a dicembre cesserò la mia attività agricola".