"Si avvicinano le elezioni e dopo la messa in sicurezza riparte l’asta per il Castello di Monteregio da un ventennio svuotato da tutti i servizi dell’Asl, in attesa che qualcuno lo acquisti e lo sistemi". Inizia così Daniele Gasperi della segreteria del Pci "Colline Metallifere". "Un nuovo bando da parte dell’azienda è stato aperto con un prezzo ridotto e si vuole sperare nella partecipazione di soggetti che siano dotati di risorse importanti non solo per l’acquisto ma anche per la ristrutturazione che impiegherà fondi in misura molto maggiore di quelli necessari all’acquisto – aggiunge –. Sfumate le speranze del passato che avevano visto anche l’interesse di personaggi importanti e gli annunci di amministratori locali, si ritorna a promettere massimo impegno e ricerca per andare a sistemare un edificio storico e imponente. Sono trascorsi 5 anni e tra poco ci risiamo, rilanciando quella che è l’unica strada, a nostro avviso, percorribile: pensare di trovare chi investe somme ingenti che si aggirano intorno ad oltre 10 milioni di euro è improbabile, per cui l’unica strada potrebbe essere quella di aprire sì un bando ma per concedere a chi interessato e con idonei requisiti, gratuitamente l’immobile con le opportune e dovute garanzie derivanti da verifiche economiche e progettuali impegnandoli alla ristrutturazione e all’utilizzo secondo i contenuti urbanistici". "Anche su quest’immobile è necessaria una progettazione che ne preveda un utilizzo prima di vederlo cadere – aggiunge Gasparri –. Recentemente gli eventi atmosferici hanno fatto capire che la precarietà dello stato nel quale si trova non concede molto altro tempo e sottolineano l’esigenza di interventi urgenti di manutenzione. Gli utilizzi, secondo noi, dovrebbero essere indirizzati al sociale, magari pensare ad una ristrutturazione e destinazione per alloggi di emergenza abitativa piuttosto che aspettare il giorno in cui vi siano cedimenti strutturali".
In queste partite il ruolo del comune e nel secondo caso anche di enti come l’Epg potrebbero essere fondamentali. "Una cosa è certa – dice Gasparri – è tanto il malumore dei cittadini che per il Monteregio non nascondono le paure che possa crollare e per l’ex dispensario c’è anche la necessità di curare gli ambienti esterni dove ormai sono padroni ratti, serpi e sporcizia che non fanno bene al decoro e sono poco igienici".