REDAZIONE GROSSETO

Carenza dei medici "Serve valutare bene il fabbisogno dei professionisti"

Pasqualini: "Tante le criticità del settore sanitario, che rischia il collasso"

Carenza dei medici "Serve valutare bene il fabbisogno dei professionisti"

Il dato nazionale parla di una carenza di 30mila medici e di 70mila infermieri in Italia. Sulla situazione in Maremma ne parliamo con Paola Pasqualini, presidente dell’Ordine dei medici.

Presidente da cosa nasce questa carenza?

"A mio avviso manca una corretta valutazione del fabbisogno dei professionisti nel prossimo futuro, utile poi a poter modulare il numero di iscrizioni alla facoltà di Medicina e il successivo numero di specialisti in base ai bisogni. Una stima di questo tipo è stata fatta dall’Anaao, deve essere presa in considerazione e soprattutto devono essere messi in atto i cambiamenti opportuni. Altro fattore da tenere presente è quello economico: la fuga dei medici dal pubblico al privato è dovuta alla non adeguata corrispondenza tra il lavoro svolto e il valore economico che viene riconosciuto. Un esempio? Un emodinamista che di notte viene chiamato per operare d’urgenza viene pagato 45 euro l’ora, al netto 25 euro. Una cifra veramente irrisoria se paragonata ai compensi di altri professionisti di settori differenti al nostro. Occorre una manovra che riconosca il valore economico della professione medica nella sua totalità".

E soltanto una questione economica?

"Assolutamente no. Bisogna anche ridurre il carico della burocrazia e aggiornare i sistemi informatici ad uso della sanità pubblica. Queste sono solo alcune delle criticità di un settore che purtroppo rischia il collasso nonostante sia stato da sempre valutato come uno dei migliori al mondo perché si fonda sull’equità al diritto alla salute". Senza dimenticare poi l’aspetto della tutela personale.

"Gli episodi di violenza ai danni del personale socio-sanitario purtroppo si susseguono senza interruzione: ci siamo resi conto che non basta neppure la legge 113 del 2020 ‘Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie’. Serve un cambiamento culturale, dobbiamo costruire un patto con i cittadini. Noi, come i cittadini, subiamo le criticità organizzative ed economiche che investono la sanità pubblica e il nostro obiettivo è lo stesso dei pazienti, vogliamo entrambi trovare la soluzione migliore al problema di salute che si presenta. Non siamo responsabili di ogni disservizio della sanità pubblica, siamo coloro che cercano soluzioni, che lavorano in situazioni di forte stress, che non prendono le ferie per presidiare il proprio reparto perché siamo sempre meno, perché molti di noi scelgono di lavorare nel privato, perché, specialmente a Grosseto, non si riescono a trovare medici interessati a operare nella nostra azienda".