Lotta ai tumori, con la biopsia liquida risultati eccellenti

La tecnica consente di scoprire eventuali recidive e quindi di individuare anche la terapia più idonea grazie al semplice prelievo del sangue

Il direttore Agostino Ognibene

Il direttore Agostino Ognibene

Grosseto, 17 marzo 2023 - Una tecnica innovativa che attraverso un semplice prelievo di sangue permette di effettuare il follow up nei pazienti operati di tumore o sottoposti a terapia. Si chiama biopsia liquida ed è partita in via sperimentale nel 2020 negli ospedali di Arezzo e di Grosseto. "Una tecnica innovativa che consente attraverso un prelievo ematico di cercare gli elementi molecolari che indicano l’eventuale persistenza del tumore – spiega Agostino Ognibene, direttore del Dipartimento Medicina di laboratorio e trasfusionale -. È un protocollo che va avanti da oltre due anni e che applichiamo nei casi di tumore alla mammella, polmone, intestino, vie urinarie, melanoma, carcinoma gastrico, tumore epatico e alle vie biliari" "Su queste linee tumorali abbiamo in corso una sperimentazione – prosegue Ognibene - soprattutto per quanto riguarda il polmone, l’intestino e la mammella, dove stiamo cercando di usare la biopsia liquida come strumento di monitoraggio della malattia residua, in parallelo con la diagnostica per immagini come la Tac o la risonanza".

"Questo studio con il quale ad oggi abbiamo arruolato più di 60 pazienti – continua Ognibene - ci permette di seguirli e capire se possiamo anticipare la scoperta di eventuali recidive o di metastasi o la persistenza della malattia, prima dei tempi di rilevazione con la diagnostica per immagini. Uno studio i cui risultati preliminari saranno pubblicati su una rivista internazionale del settore e che ci fa intravedere risultati predittivi e promettenti". "La biopsia liquida – continua Ognibene – viene usata quando non abbiamo più il tessuto da esplorare e quindi grazie ad essa si ricerca la presenza di eventuali cellule tumorali e Dna tumorale circolante per quantificarlo permettendoci di monitorare molti tumori e, grazie allo studio del dna delle cellule fornire al clinico oncologo informazioni utili a monitorare la malattia o eventuali recidive, agire con terapie personalizzate, la target therapy, e ridurre in maniera importante il ricorso a chemioterapia e radioterapia".

"A differenza del monitoraggio effettuato con la diagnostica per immagini ogni 6 mesi – prosegue Ognibene – la biopsia liquida richiede il prelievo di sangue una volta al mese e ci permette di capire se c’è una recidiva prima ancora di individuarla con la tac".