"Bando al Bullo" ‘Abbiamo il dovere di capire come prevenire il disagio giovanile’

Ad affermarlo è Biliotti, segretaria provinciale della Cisl, sindacato che sul delicato tema ha organizzato l’interessante tavola rotonda insieme al suo Centro studi, al Dispi e alla Fondazione Polo universitario.

Se il bullismo e la violenza di genere sono fenomeni che isolano e arginano chi li subisce, i giovani sembrano farsi sempre di più portavoce di un problema radicato nella società che rende le vittime come degli invisibili e ci vuole coraggio per far conoscere questi problemi. Una tavola rotonda per parlare ma sopratutto far parlare i ragazzi su queste tematiche cruciali, che aveva per titolo: "Bando al bullo: il coraggio è la voce dei giovani" è stata organizzata dalla Cisl in collaborazione con il Centro studi formazione Cisl, il Dispi e la Fondazione Polo universitario Grossetano. Questa iniziativa rientra nell’ambito di un progetto che è stato realizzato da due istituti grossetani, il Polo Bianciardi e IIS Pietro Aldi - Liceo Scientifico coinvolgendo le classi terze e quarte. "Il nostro intento – spiega Katiuscia Biliotti, segretaria generale della Cisl di Grosseto – è dare voce e sempre più spazi partecipativi ai ragazzi, facendoli interagire con il resto della comunità. Abbiamo il dovere di cercare di capire meglio cosa fare per prevenire il disagio giovanile e anche gli eventuali pericoli. Vorremmo,come Cisl, proporre dei corsi di apprendimento per far sì che i giovani ai primi approcci lavorativi sappiano conoscere i contratti e leggere le buste paghe affinché si possano trovare preparati e consapevoli nelle scelte da prendere".

A guidare i ragazzi insieme agli insegnanti, due tutor, peer educator nominati da Cisl. "Abbiamo – afferma il tutor Franco Ferrari – fatto lezioni di quattro ore per tre giorni, occupando il mese di aprile. Il mio ruolo è stato di accompagnarli per raccontare le loro capacità, abbiamo voluto estrapolare le loro inclinazioni. È stato uno scambio reciproco, noi abbiamo portato delle nozioni e loro ci hanno dato delle capacità. I ragazzi hanno dimostrato una chiusura all’inizio, non conoscendoci, ma poi ci hanno dimostrato tanta capacità di affrontare i problemi, anche in modo critico e con estrema sensibilità. Hanno vissuto molte problematiche che hanno sviluppato in loro più consapevolezza di quante ne abbiano le generazioni precedenti. Allo stesso tempo si sentono degli spettatori delle situazioni senza poter far nulla di concreto, e questa iniziativa ha abbattuto questo ostacolo".

E i ragazzi presenti nella sala del Polo universitario, partiti un po’ intimoriti e anche intimidi davanti ad una platea di duecento persone, si sono poi sciolti, dimostrando coraggio a parlare di quelli che sono alcuni dei problemi che si ritrovano a vivere, forse perché quel pubblico così gremito era per loro come uno specchio: tanti dei presenti in platea erano proprio i loro stessi coetanei e amici.

Maria Vittoria Gaviano