Una pecora uccisa e tre disperse. È questo l’ultimo bilancio di un allevatore maremmano di Paganico, dopo l’assalto dei predatori al suo gregge. Questo episodio è solo l’ultimo di una lunga serie di predazioni ai danni dei pastori grossetani. "L’allevatore di Paganico – spiega Mirella Pastorelli, presidente del Comitato Pastori di Italia – che ama il proprio lavoro non riesce più a sostenere le spese visti tutti i danni procurati dai predatori, per questo motivo sta ipotizzando di chiudere". Poi la presidente denuncia l’eccessiva presenza di predatori, fenomeno questo che sta mettendo in ginocchio la pastorizia. In sostanza gli allevatori sempre più stressati per tale presenza vivono il loro lavoro in modo angoscioso, essendo i lupi sempre meno impauriti dall’uomo, per cui con facilità si avvicinano non solo agli ovili ma anche alle abitazioni. Situazione molto simile a quella di Paganico si sta verificando nelle campagne di Albinia e a dirlo è l’allevatore Luigi Farina, il quale ha investito nella propria azienda "perché ama questo lavoro trasmesso da generazione a generazione". Ultimamente l’allevatore maremmano sta vivendo tragicamente il suo lavoro a tal punto, che la notte va a controllare se il gregge ben protetto all’interno dei recinti è tranquillo e non ha subìto visite sgradevoli Una situazione che non può andare avanti. "E’ tanta la paura dovuta alle continue aggressioni che il mio gregge subisce nell’arco della settimana con perdite che vanno da uno a due capi. Questo motivo mi costringe a far pascolare il gregge soltanto la mattina fino alle 12, custodito dai cani e in mia presenza . Alle 12 i capi vengono chiusi nel recinto per evitare che succeda il peggio".
CronacaAttacco dei lupi. Una pecora uccisa e tre scomparse