
Ammazzata di botte La terribile conferma dall’autopsia per la morte di Giuseppina
Indagini ad ampio raggio. Che vedono protagonisti da una parte la tragica morte di Giuseppina De Francesco dall’altra tante ipotesi al vaglio degli inquirenti che però stanno riallacciando tutti i fili di una vicenda comunque molto intrigata. Le risultanze terribili dell’autopsia hanno chiarito come è morta la donna. Il medico legale, Valentina Bugelli, non ha trovato una ferita che si possa definire mortale, ma una serie di colpi inferti con inaudita violenza all’anziana che l’hanno uccisa. La donna ha anche perso anche tanto sangue dovuto a decine di tagli superficiali che aveva in tutto il corpo, soprattutto in testa. Un mix terribile di concause che l’hanno portata ad uno choc traumatico. Non si esclude che possa addirittura essere stata spinta addosso ad uno specchio, mandandolo in frantumi. Ma tutto ruota intorno alla ricostruzione che deve ancora essere completata. Benedetta Marzocchi, la figlia 50enne che è stata l’unica testimone del pestaggio mortale, ha chiamato il padre e marito della donna, Alessandro Marzocchi, notaio in pensione, che poi ha avvertito i soccoritori. Ed è stata sempre lei ad "indirizzare" le indagini sull’aggressione di due uomini incappucciati che si sarebbero introdotti nella villa. Circostanza questa che andrà chiarita bene anche perchè non ci sono segni di infrazione a porte e finestre. Adesso è sempre ricoverata nel reparto di psichiatria del Misericordia. Ma il pm Melchionna non ha ancora potuto interrogarla. Lo farà solo quando i medici gli daranno il via libera per sostenere un colloquio. Per il momento rimane in piedi anche l’ipotesi dell’aggressione esterna. Ma le domande sono tante: da dove sono arrivati questi due uomini? Dalle campagne circostanti? Oppure a piedi. Perché sembra che dalle telecamere, che sono nel paese, non risultino auto che entrano o escono intorno all’alba. Sembra del tutto escluso la pista che portava al coinvolgimento del fratello, Alfonsino, in un primo momento irreperibile. L’uomo, che ha 53 anni e che abita in una casa non lontano dalla villa "I Renai" sempre a Istia, si trovava ad Anzio ed è tornato a Grosseto il giorno dopo quando è stato avvertito dal padre della tragedia che si era appena consumata.
Matteo Alfieri