REDAZIONE GROSSETO

A Montegiovi torna attivo il centro polifunzionale

La sfida di una coppia che ha deciso di lasciare Roma e trasferirsi qui. Adesso il borgo ha di nuovo bar, pizzeria, pub e negozio di alimentari

Aprire un’attività nel bel mezzo di una pandemia è una scelta coraggiosa e lo è ancora di più se in mezzo c’è anche un cambio di vita. Vincenzo Caterini e Tania Martini, 46 anni lui e 48 lei, da circa due mesi hanno riaperto il centro polifunzionale di Montegiovi. In estate hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, hanno lasciato Roma (città dove vivevano) e per convincere Damiano,il figlio di 12 anni, hanno dovuto promettergli un cavallo, e si sono trasferiti a Montegiovi. Una scelta di vita, di quelle che hanno il sapore di una scommessa ma che ad oggi li sta ripagando perché hanno trovato una comunità che li ha accolti a braccia aperte.

Il borgo, quasi 200 abitanti, aveva perso tutti i servizi, non c’erano più un bar, un ristorante, un negozio di alimentari. Vincenzo e Tania, dopo essersi aggiudicati il bando per la gestione della struttura comunale, hanno deciso di costruire il loro nuovo progetto.

"Il centro Polifunzionale era stato chiuso 5 anni fa – racconta Vincenzo – e i bandi per l’affidamento erano andati deserti fino a quando non siamo arrivati noi. In realtà i locali ce li siamo aggiudicati a inizio 2020, poi con l’emergenza sanitaria che stava galoppando abbiamo preferito far finire la scuola a nostro figlio". Vincenzo, Tania e Damiano sono arrivati a Montegiovi ad agosto e da quel giorno non se ne sono più andati. A metà settembre hanno aperto il locale e oggi svolge molti servizi. "Abbiamo un’esperienza alle spalle nella gestione di pub e pizzeria – commenta – così avevamo pensato di trasferire le nostre conoscenze qui. Ci siamo accorti però che ad oggi si lavora in una modalità soggetta a continui cambiamenti". Il centro si chiama "Il Miccio" e oltre ad essere bar, pizzeria e pub è anche un negozio di alimentari, non mancano frutta e verdura. "Cerchiamo di tenere tutto ciò che i clienti di chiedono – racconta Vincenzo – mettiamo a disposizione i beni di prima necessità". La spesa viene consegnata a domicilio, le persone chiamano, Tania prende gli ordini, prepara le buste e Vincenzo pensa alle consegne. L’asporto vale anche per la pizzeria. "Dal giorno dell’apertura abbiamo potuto sperimentare solo per poco tempo una gestione del locale in modalità quasi normale – spiega – poco dopo siamo stati costretti a chiudere e a inventarci l’asporto". Al loro impegno gli abitanti hanno risposto con entusiasmo. "Qui abbiamo trovato tanta umanità – racconta – è questo il fattore che oggi ci dà il coraggio e la convinzione a proseguire nel nostro lavoro. Vediamo Damiano felice e questo ci riempie di gioia. Ogni tanto ci ricorda del cavallo".

Nicola Ciuffoletti