Giampaolo Marchini
Fiorentina

Fiorentina: Nicolussi, più di un calciatore. I classici, Cruyff, l’amico Kean. Hans: maestro in campo e fuori

l nuovo regista viola: «Approccio mentale importante. Leggo l’Iliade e mi ispiro a Ward Prowse»

Hans Nicolussi Caviglia (Germogli)

Hans Nicolussi Caviglia (Germogli)

Firenze, 4 settembre 2025 – Adrian Mutu, a oggi, sarebbe il miglior affare che la Fiorentina abbia fatto con la Juventus dopo l’acquisto di Hamrin (via Padova), che risale a circa 67 anni fa. Forse troppo. Ma se Hans Nicolussi Caviglia tradurrà in campo la capacità dialettica di esprimere concetti non banali, beh potrebbe candidarsi a lasciare un segno importante nella squadra di oggi. Ogni sua risposta è apparsa non banale, spaziando dalla letteratura classica, alla storia del pallone, fino a ricordarsi di ogni allenatore che ha contribuito alla sua crescita. Difficilmente di lui, il saggio Vujadin Boskov avrebbe detto che “la testa è buona per portare cappello”. La conferma da un’affermazione non banale: “Sto leggendo l’Iliade – dice –, l’avevo già fatto durante la scuola e continuo a ritenerla molto attuale”.

Non solo. “Il golf (di cui è appassionato ndr) lo trovo affine al calcio per concentrazione, riflessione prima dell’azione e la capacità di restare focalizzati sul momento. Un approccio che cerco di portare anche in campo, soprattutto nei calci piazzati”. Per le punizioni ha come modelli Pjanic (suo maestro ai tempi della Juve) e una sorpresa, anche questa conferma il suo approccio metodico e riflessivo: “Ora mi ispiro molto a James Ward-Prowse (regista del West Ham, ndr), mi piace il suo stile”.

A proposito di modelli, il suo numero di maglia è emblematico. Già, perché il 14 è la data del compleanno della sorella, ma soprattutto di chi è una fonte di ispirazione non solo in campo: Johan Cruyff. “E’ un numero che porto da sempre, un omaggio a Cruyff, figura che ammiro come giocatore e allenatore. Da lui traggo ispirazione soprattutto su due concetti che reputo fondamentali: disciplina e creatività, due elementi per lui possono convivere”.

Non un modello qualsiasi, ma soprattutto un fuoriclasse che ha segnato un’epoca e che magari sfugge alle nuove generazioni di calciatori. Affermazione che, ancora una volta, testimonia un profondo studio del pallone anche fuori dal campo. Anche nella veste di allenatore, antesignano di un calcio moderno che nasce dalle idee più rivoluzionarie come quelle di Rinus Michels, con le quali l’Olanda di Crujiff, appunto, ha mostrato il calcio totale.

E l’idea di calcio di Nicolussi Caviglia è molto chiara. “Mi adatto bene sia in un centrocampo a due che a tre, pure come vertice basso. Con Fagioli ho già giocato diverse volte e mi trovo bene, credo possiamo integrarci senza problemi”. E i compagni-amici sono un punto di riferimento importante, come Duncan, con lui a Venezia e che lo ha spinto ad accettare Firenze, ma anche Moise Kean, il suo ’gemello’: “Ci conosciamo da quando avevamo 8 anni, siamo sempre rimasti in contatto. Sono contento di ritrovarlo, c’è un’affinità speciale”. Quelle affinità che ha sviluppato con tanti tecnici, a cominciare da Nicola: “Con lui rapporto speciale”. E che svilupperà anche con Pioli. Siamo sicuri.

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