Fiorentina, il ricordo amaro dell’Olimpico: quando il calcio fu sconfitto, ora la partita della rivincita

Genny ’a Carogna, la morte del tifoso e la trattativa che lasciò l’italia senza parole. Nove anni dopo la Fiorentina si presenta ‘a bordo’ di una città intera per conquistare la capitale

Il grande esodo del maggio 2014 all’Olimpico. Nove anni fa i viola furono 18mila

Il grande esodo del maggio 2014 all’Olimpico. Nove anni fa i viola furono 18mila

Firenze, 29 aprile 2023 – Chissà se Genny ‘a Carogna ha visto la coreografia spaziale della curva Fiesole, perché la vita cambia, caro Genny, già nove anni sono passati da quel 3 maggio 2014 quando la Fiorentina perse la più surreale e assurda delle finali di Coppa Italia contro il Napoli.

Il 24 maggio 2023 sarà il giorno del possibile risarcimento viola, un mercoledì da leoni oppure no, lo vedremo, ma di calcio ci occuperemo e non di altro, con la Fiorentina che si presenterà a bordo di una città intera: almeno due stadi ci vorrebbero per contenere tutti i tifosi che già stanno cercando di prenotare un biglietto, liberarsi dagli impegni di lavoro, organizzare il viaggio per una serata teoricamente cult.

Mai come questa volta per accogliere il futuro bisogna ripartire dal passato: nove anni fa Jenny era il capo degli ultrà azzurri e alle 21.40 - dopo una lunga trattativa con lo Stato, termine vago e nell’occasione anche improprio - stabilì a nome della curva napoletana che si poteva giocare la partita dopo la morte di Ciro Esposito, ucciso dagli ultrà romanisti fuori dallo stadio. Vecchio regolamento di conti, caos generale, comunicazioni interrotte perché la polizia aveva ’schermato’ la zona dell’Olimpico, notizie non confermate, Genny ’a Carogna appollaiato sul divisorio della curva a contrattare con lo Stato. Logicamente in campo nessuno pensava più al calcio, né alla Coppa Italia, ma così andò. Quella notte all’Olimpico perse la vita un tifoso e fu sconfitto il calcio intero.

La Fiorentina si è riguadagnata con merito la finale di Coppa Italia, il 24 maggio tornerà all’Olimpico per sfidare l’Inter in una partita secca che varrà una pagina nell’almanacco, ventidue anni dopo l’ultimo trofeo conquistato dal club con Mancini in panchina e VCG già nel mirino della Procura e di chi, poi, stabilì che la Fiorentina sarebbe sparita dal calcio per una perdita economica trascurabile rispetto a quelle che poi furono ’abbonati’ con lo Spalmadebiti.

Nel 2001 la Fiorentina vinse la sua ultima Coppa Italia superando il Parma e non sfugge il significato di questa specie di doppio risarcimento morale. E ritorniamo alla squadra che 9 anni fa subì più dell’altra il caos emotivo di una delle serate più buie dello sport italiano: il rimpianto sportivo resta grande anche a distanza di anni e ancora oggi i protagonisti di quella Fiorentina ripensano al 3 maggio 2014 come a un incubo sportivo e personale.

Ora intorno alla Fiorentina c’è un clima rigenerato, in questa stupefacente stagione si sono mescolati i sentimenti come non mai, dalla delusione alla rabbia, fino alle prime contestazioni, per avviarsi poi verso una ripartenza che non ha precedenti nella storia viola ma probabilmente neppure delle altre squadre.

La Fiorentina rappresenta una voglia di rivincita inattesa, è come se la città si fosse riappropriata della sua voglia genetica e storica di essere la migliore al mondo. E quando mai poterlo dimostrare, se non dopo le difficoltà, la crisi, la paura di non farcela?

Anche per questo Firenze si sente invasa da un dono insperato, sta veleggiando sulla spinta di un vento caldo che ha sostituito la tramontana e ora sogna, progetta, fantastica, si anima. Tutto questo in attesa di un nuovo intervento pubblico di Commisso (oggi alle 13), ben consapevole che i risultati hanno riportato l’umore della città dalla sua parte: e proprio in questo gioco di forze si innesca il valore di una squadra capace di sopravvivere a se stessa, al suo disgraziato mese fra il 15 gennaio e il 12 febbraio (4 sconfitte, un pareggio, una sola vittoria) che aveva innescato contestazioni contro la proprietà.

Ma i tempi possono cambiare in fretta, caro Genny, anche prima di 9 anni: questo non puoi saperlo, ma Firenze ha cambiato marcia di sicuro non ha nostalgia di quel 3 maggio 2014, quando sembravi più importante del prefetto.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro