
Kate Antropova è stata determinate nella finale della VNL contro il Brasile
Se voleva firmare alla grande un’avventura fantastica come quella del trionfo azzurro in Volleyball Nations League 2025, - terzo oro consecutivo dopo la VLN 2024 e i Giochi di Parigi - Ekaterina Antropova, la ventiduenne opposto campionessa olimpica della Savino Del Bene Scandicci, ci è riuscita benissimo. Nella finale vinta per 3-1 sul Brasile, subentrata a Paola Egonu nel corso del secondo set con l’Italia sotto 0-1, ha cambiato l’inerzia della gara chiudendo come top scorer del match con 18 punti, di cui 4 muri e 1 ace.
Quando Velasco l’ha fatta entrare credeva, come poi è stato, che sarebbe rimasta in campo sino alla fine? "L’unica cosa che ho pensato è che ero stata chiamata dalla panchina per dare una mano alle mie compagne e aiutare la squadra a vincere. Vivo sempre in funzione del momento, crearmi delle aspettative non rientra nel mio modo di essere".
Subito decisiva, con lucidità e grande freddezza… "È soprattutto una questione di testa, frutto di un lavoro mirato che stiamo facendo dall’anno scorso con la mental coach e che non ti fa percepire alcuna differenza fra entrare dal primo minuto o durante la partita".
Una VLN dominata dall’inizio alla fine, con 15 vittorie su 15 e un record di 29 successi consecutivi in gare ufficiali, da Parigi a oggi. Com’è stato possibile mantenere la concentrazione sempre al top, magari anche contro squadre non del vostro valore? "Non parlando mai di queste cose che avrebbero potuto distrarci ma soffermandoci di volta in volta sempre e solo su ‘quella’ partita".
Velasco ha dimostrato nuovamente di avere la bacchetta magica, non è mai facile ripetersi. Dall’oro olimpico in poi è cambiato qualcosa nelle dinamiche del gruppo? "Essere arrivate fin qua quasi con la stessa squadra ci ha aiutato a conoscerci meglio, sia in campo che fuori".
Avete sempre vinto, spesso in scioltezza, qualche altra volta un po’ meno. Ma anche quelle rare volte ostentando sicurezza… "Per riuscirci dovevamo imparare a soffrire, e l’abbiamo fatto dimostrando anche a noi stesse che pure nei momenti di difficoltà non bisogna mai perdere la fiducia".
Con Paola Egonu, rivalità o amicizia? "È una domanda che mi viene fatta spesso ma alla quale non sono mai riuscita a dare un senso. Siamo due compagne di una stessa squadra che cercano di sfruttare al meglio le loro qualità; di Paola ammiro la bravura e la stimo moltissimo perché riesce a fare cose incredibili. Ma questo accade anche con tutte le altre: ciascuna di noi ha qualcosa che la rende unica, più brava di tutte".
Giovanissima ma già una delle migliori al mondo. C’è qualcosa in cui sente di essere cresciuta di più? "Nella consapevolezza. Le molte partite internazionali e il giocare contro avversarie sempre diverse hanno contributo ad arricchire notevolmente il mio bagaglio di conoscenze e la visione di gioco aiutandomi a leggere meglio le situazioni e ad avere così a disposizione più scelte per trovare di volta in volta le soluzioni migliori".
Prossimo impegno, i Mondiali in Tailandia fra un mese. Dopo questi successi come riuscirete a trovare le motivazioni forti per continuare a vincere? "Guardando avanti divertendoci ma con la voglia di migliorarci sempre".
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