
Campo dela legalità
Firenze, 9 maggio 2023 - Nell’ottava puntata del format di Giovanisì “Accenti intoscana” protagonisti sono i giovani e il loro impegno nella diffusione della legalità. Diciassette studenti fiorentini del Liceo scientifico “Guido Castelnuovo” hanno partecipato ai campi antimafia nella Tenuta Aperta di Suvignano, nel senese. È una mattina di giugno e ci troviamo nel cuore della tenuta confiscata ad un imprenditore palermitano nel 2007 e tornata proprietà pubblica dal 2018.
Oltre 17 case coloniche disseminate in provincia di Siena, tra i comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo. Qui la mafia ripuliva i suoi denari sporchi. Qui adesso sono i giovani, impegnati con i campi della legalità patrocinati dalla Regione, a gettare nuovi semi nel presente. A coltivare questa terra di valori.
E la Regione Toscana, tramite il progetto per l’autonomia giovanile Giovanisì, spinge da sempre in questa direzione, quella di rendere i giovani protagonisti del presente. I campi della legalità di Suvignano sono promossi da Arci Toscana in collaborazione con Arci Siena, Comune di Murlo, Circolo Arci Vescovado di Murlo, Cgil, Spi-Cgil e Unicoop Firenze, con il patrocinio della Regione Toscana. Un’esperienza che viene raccontata con la nuova puntata di “Accènti Intoscana”, format video di Fondazione Sistema Toscana (Ufficio Giovanisì e redazione di intoscana.it), di cui vi mostriamo in anteprima il teaser. Oggi Suvignano può raccontare la sua storia ma scriverne anche un’altra, nel presente. Si parte dalle certezze. L’importanza di far sì che questa “Tenuta aperta” sia oggi il grande luogo di diffusione della conoscenza della mafia. Conoscerla per combatterla.
Ne sono convinti i ragazzi e le ragazze. Secondo Bianca c’è da spingere l’acceleratore sull’informazione, anche parlandone a scuola.
“Non credevo che la criminalità fosse così radicata anche in Toscana”, ammette. “La conoscenza ti porta anche ad agire. Servirebbero esperienze didattiche e interattive, più dirette. Non solo lezioni e libri”. Dello stesso avviso anche Maria Sole e Matilde. “E’ importante far conoscere e far capire che la mafia esiste”, spiega la prima. “Io non sapevo dell’esistenza della mafia in Toscana”, ammette poi Matilde. La ricetta per creare percezione e consapevolezza c’è. Secondo Maria Sole tutto parte dal “non essere passivi”. “E sarà anche importante parlare della nostra esperienza”, aggiunge a ruota l’altra studentessa. Maurizio Costanzo