RICCARDO GALLI
Firenze

Fiorentina, il brodino è senza gioco

Ennesimo pareggio al "Franchi" (terzo di fila), la media resta da retrocessione. Fischiati due rigori dubbi

di Riccardo Galli

Due rigori – incredibile quello contro i viola, discutibile quello a favore – un Verona formato muraglia cinese e una Fiorentina ancora una volta a corto di guizzi e di idee. E’ da questo mix di situazioni tutt’altro che elettrizzanti che ha preso vita il brutto pari fra viola e gialloblù, che lascia la squadra di Prandelli in una classifica troppo vicina al baratro della retrocessione.

Tre pareggi nelle ultime tre sfide interne (Genoa, Sassuolo e appunto Verona) consegnano infatti ai viola una tabella di marcia che rimane preoccupante. La Fiorentina, insomma, non riesce e non sa più vincere e ieri, dopo i timidi (ma concreti) segnali di risveglio di mercoledì sera contro il Sassuolo, ha obiettivamente fatto un nuovo (piccolo ma sensibile) passo indietro.

Prandelli aveva deciso di ripartire del 3-5-2 con una doppia novità – dettata forse dal turn over in vista del martedì a casa della Juve –, ovvero Igor e Barreca al posto di Caceres e Lirola. Per il resto, tutto come nella notturna di metà settimana. Con la differnza che accanto a un Vlahovic sicuramente in rialzo di condizione e motivazioni, è spuntato un Ribery meno pimpante e trascinatore rispetto a mercoledì.

Tutto comunque si fa subito maledettamente in salita. Secondo minuto di gioco e l’arbitro Fourneau fischia un contatto fra Barreca e Salcedo. Rigore sacrosanto sembra dire ai ragazzi il direttore di gara che poi si fa assalire da dubbi, controdubbi e immagine del Var. Gioco fermo sei minuti con la speranza che l’arbitro si faccia convincere almeno dalle immagini tv che quel rigore proprio non esiste. Invece no. E Veloso dal dischetto accende il vantaggio del Verona. La Fiorentina vacilla, prova a reagire e a ripartire, ma le idee sono quelle che sono. Castro e Bonaventura non inventano, FR7 rimane invisibile, Vlahovic c’è, ma da solo non basta.

E allora ecco tornare sulla scena l’arbitro (17’). Intervento di Gunter sulle caviglie dell’attaccante serbo e indice verso il dischetto. Rigore sicuramente più giusto rispetto a quello rifilato ai viola, ma in altri momenti... Comunque Vlahovic prende la palla, guarda il portiere e segna di potenza.

Bene, volendo estremizzare il concetto, la partita si consuma tutta, o quasi, qui. Juric grida come un dannato, ma soprattutto mette la squadra in condizione di difendersi con nove uomini su dieci (più il portiere), Prandelli aspetta l’invenzione di qualcuno dei suoi, ma non gli arrivano segnali di questo tipo.

Nella ripresa la Fiorentina prova a cambiare forma, uomini e modulo. Entrano insieme Biraghi, Callejon e Lirola. Si passa al 3-4-3, ma intorno al 20’ è il Verona a... rischiare il raddoppio. Bravo Dragowski a chiudere su un contropiede pericolosissimo di Lazovic. La Fiorentina? Cresce d’intensità negli ultimi dieci minuti e al 38’ una deviazione di testa di Milenkovic (su passaggio, anche questo di testa, di Pezzella) finisce poco lontano dal palo alla destra di Silvestri.

Poi più niente. In modo assoluto fino al fischio finale. Juric esulta come se avesse vinto una qualificazione Champions, la Fiorentina si porta a casa un altro brodino, ma non può fare a meno di aspettare con ansia le partite di oggi e tifare contro Genoa e Torino che in caso di vittoria arriverebbero a farsi sotto in modo preoccupante. E poi all’orizzonte c’è la trasferta a casa della Juve, martedì sera. Dettaglio, questo, da non trascurare. Proprio no.