Future for Fashion a Palazzo Pitti. "Tramandare lo stile italiano"

Il ministro Adolfo Urso al convegno: " Presto una legge quadro per la salvaguardare i nostri mestieri"

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy

Firenze, 25 marzo 2023 – “Future For Fashion resta un cantiere aperto. Dopo due mezze giornate di riflessioni e proposte concrete fra imprenditori, creativi e istituzioni, si fa più forte l’esigenza di questo appuntamento promosso da Confindustria Firenze e Toscana, Centro di Firenze per la Moda Italiana e Comune di Firenze, che è "un laboratorio di idee, cultura ed economia" dice il Presidente di Confindustria Firenze Maurizio Bigazzi che chiude il convegno con plauso e soddisfazione per questa occasione di confronto che ha visto un dibattito attualissimo e pieno di impegno. Bigazzi ha salutato la presenza e il contributo al convegno di Future For Fashion del ministro delle Imprese e del Made in Italy nel governo Meloni, Adolfo Urso.

In prima fila il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che ha ricordato come in Sala Bianca a Palazzo Pitti, dove si è svolta la due giorni di FFF, sia nata nel 1952 la moda italiana, e l’onorevole Giovanni Donzelli. "C’è da sviluppare il sistema della formazione: abbiamo in cantiere una sorta di legge quadro sul made in Italy inserita come collegato alla manovra economica", ha detto il ministro Urso. Il provvedimento sarà presentato ad aprile, al termine di una consultazione parlamentare e con le forze sociali, produttive e sindacali dell’intero sistema del Made in Italy, puntando sulla formazione. Il ministro ha accolto le richieste dei vari imprenditori per trovare un ponte formativo tra i maestri dei mestieri che vanno in pensione e i giovani da formare. "Sappiamo cosa chiedere in Europa _ continua Urso _ e la denominazione nuova del ministero sul made in italy significa che l’impresa oggi è oggetto dell’azione. Vogliamo la legge quadro. L’Italia è la fabbrica del lusso mondiale, dell’eccellenza di prodotto, di mestieri antichi e nobili da tramandare. Torna centrale la persona". Ideali condivisi dai relatori di FFF, con la tutela sociale del lavoro e più reddito per gli artigiani più bravi, e l’accrescimento del rapporto pubblico/privato come ha detto Alfonso Dolce, Ceo di Dolce e Gabbana, che ha insistito sulla cultura dei mestieri, sul tempo per la formazione dei giovani, sulla necessità di alzare gli stipendi "dando maggior netto in retribuzione ai dipendenti".

Per Stefania Lazzaroni, direttrice generale di Fondazione Altagamma "le nuove generazioni hanno bisogno di autenticità e puntano all’eccellenza". Per Luisa Zargani bureau chef della redazione di Milano del WWD "il mercato americano ama il Made in Italy". Sergio Tamborini presidente di Sistema Moda Italia ricorda come "il settore moda tutto interno in Italia supera i 100 miliardi e per questo è necessaria una politica di sviluppo che duri nel tempo". Antonella Mansi, presidente del Centro Moda, dice che FFF ha messo in luce "un senso di umanità, il tanto cuore degli imprenditori della moda consci del fattore umano e della sostenibilità". Gli interventi di Brunello Cucinelli, Antonio De Matteis e Alfonso Dolce hanno dimostrato quanto il fattore umano sia fondamentale "come un filo rosso per una nuova società", ha concluso Mansi.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro