Immobili, certificazione energetica Ue, l'esperto: "Vìola le libertà costituzionali"

Dal 2030 per poter vendere o affittare un immobile potrebbe servire un'alta classe energetica. Ecco l'opinione di Pier Matteo Fagnoni, presidente dell'Ordine degli archittetti di Firenze

Pier Matteo Fagnoni, presidente ordine architetti Firenze

Pier Matteo Fagnoni, presidente ordine architetti Firenze

Firenze, 11 dicembre 2021 – Stop alle case energivore. E' il provvedimento allo studio della Commissione europea per ridurre del 55 per cento le emissioni di gas serra. Dal 2030 o dal 2033 i proprietari degli immobili con una certificazione energetica troppo bassa potrebbero non poterli più vendere né affittare. Un'ipotesi che fa discutere. Ne parliamo con Pier Matteo Fagnoni, presidente dell'Ordine degli architetti di Firenze.

Cosa pensa della proposta della Commissione Ue? "L'obiettivo è condivisibile. Qualsiasi proposta relativa al miglioramento energetico degli edifici non possiamo che vederla di buon occhio".

Ma? "Ma il 2030 o 2033 è domani, se si parla di immobili. Ci sono otto anni di tempo, pochissimo. E comunque non può esistere una norma che impedisca la messa in vendita o in affitto di un edificio se non risponde a requisiti energetici. Messo così, questo provvedimento potrebbe violare delle libertà costituzionali".

In Italia quanti immobili hanno una classe energetica bassa? "Moltissimi. Secondo i dati Istat elaborati dal Cresme, uno degli istituti di ricerca più importanti in Italia nell'ambito dell'edilizia, il patrimonio edilizio residenziale è di circa 12 milioni e mezzo di edifici e di questi oltre 7 milioni sono precedenti al 1970 e dunque sono in classe energetica bassa".

Sono quasi il 60 per cento del totale... "E si arriva al 75 per cento del totale su quelli inferiori alla classe D, che potrebbe essere presa come limite dalla direttiva europea. In pratica si sta chiedendo al 75 per cento dei proprietari di immobili di migliorare gli edifici, dal punto di vista energetico, in soli otto anni".

La norma prevede esenzioni all'obbligo della certificazione energetica? "Sembrerebbe solo quelli vincolati, cioè quelli tutelati dal punto di vista storico-architettonico".

Cosa propone? "Crediamo sia assolutamente corretto che gli edifici debbano essere riqualificati, ma prima di tutto occorre adattare norme e regolamenti urbanistici. Penso a Firenze, dove per esempio il regolamento urbanistico è in fase di miglioramento, ma ancora ci sono problemi, specie nel centro storico, a intervenire sulla facciata per mettere il cappotto. Oppure in zone anche meno centrali non è possibile demolire e ricostruire un edificio energivoro che non può essere adeguato".

Servono anche gli incentivi? "Sì, o, in mancanza di risorse, meccanismi premiali che incentivino la riqualificazione energetica. Nella finanziaria non ci sono soldi sufficienti per prorogare il Superbonus e il bonus facciate e c'è un dibattito in corso. Io credo che si possano ipotizzare strade diverse, come eliminare o ridurre la tassa di registro o l'Imu per i proprietari che fanno interventi di riqualificazione energetica. In questo modo non si attingerebbe al serbatoio di risorse della finanziaria e si manterrebbero incentivi per spingere i proprietari a riqualificare gli edifici".

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