Villa Fioravanti a Bellosguardo e la curiosa storia dei tortellini a Firenze

Fu nel medioevo della famiglia Cavalcanti, cui apparteneva quel Guido poeta del Dolce stilnovo, nel Dopoguerra diventò del "Re dei tortellini". Tuttavia il nome Fioravanti è ben più antico

Villa Fioravanti Bellosguardo

Villa Fioravanti Bellosguardo

Firenze, 11 gennaio 2023 - Villa Fioravanti a Bellosguardo, sovrasta la città dall’alto del Monte Oliveto, primo rilievo a Ovest della città di Firenze, è popolarmente chiamata nel quartiere, nella bonaria satira della gente d’Oltrarno, la Villa del "Re dei tortellini". Fu infatti di quel Mario Fioravanti, imprenditore che trovò il proprio il suo successo con la pasta fresca emiliana e che ebbe il merito di portare la celebre pasta ripiena a una più ampia platea di consumatori fuori dall’Emilia. Fino a prima della Guerra, i tortellini a Firenze erano cosa da ricchi, una ricercatezza d’Oltreappennino; i nostri nonni andavano a mangiarli al ristorante della Stazione, dove probabilmente arrivavano in tempi accettabili in treno da Bologna.

Trasportarli non era cosa semplice, le autostrade non c’erano e i camion frigorifero, brevettati proprio agli albori del periodo bellico nel 1939 dalla Thermo King, erano ancora poco diffusi: fino ad allora c’erano i carri ghiacciaia. Mario che aveva aperto il suo primo laboratorio nel 1949 a Genova, decise di aprirne altri con i fratelli Guido e Corrado anche in altre città d’Italia, tra cui Firenze e vennero accolti con apprezzamento. Nel ’62 poi la svolta che ne consacrò il vero successo: Fioravanti brevettò una tecnica che ne consentiva l’essiccazione e il mantenimento per un lungo periodo, mantenendo una buona qualità.

La cosa curiosa della villa, è che questa prese l’appellativo di Fioravanti non dal patron della pasta fresca, bensì dai precedenti proprietari, i marchesi Fioravanti per l’appunto. Si tratta quindi di un’omonimia che si è perpetuata nella storia.

La Villa però è ben più antica: risale al Medioevo, quando fu costruita strategicamente in questo punto sopraelevato da cui si domina la città, con funzioni difensive. Fu nei secoli di proprietà dei Cavalcanti, nobile casata cui appartenne quel Guido amico di Dante ed esponente del dolce stilnovo; di erede in erede andò ai Sinibaldi, poi ai Serzelli, finché nel 1823 non fu acquistata dai Niccolini, avi dei marchesi Fioravanti.

L’aspetto medievale di oggi però si tratta di un falso storico, o per meglio dire di un ritorno alle origini: le mode spariscono e tornano, e se prima i Sinibaldi, poi i Serzelli, si erano impegnati per togliere ogni carattere antico all’edificio e trasformarlo in una villa moderna e sfarzosa per i gusti dell’epoca, i Niccolini e i Fioravanti, seguendo i gusti romantici dei loro tempi vollero riportarla a un aspetto più simile alle origini. Così ci rimane oggi, mantenuta illesa dalle ingiurie della guerra, nonostante che, proprio per la sua posizione strategica, fosse stata occupata da un comando alleato che qui fece base in quei difficili mesi della primavera ‘44 prima della Liberazione di Firenze.

Rimasta in disparte negli ultimi anni, sull’alto della collina di Monte Oliveto e un po’ dimenticata dai fiorentini, oggi si prospetta per lei una nuova stagione, forse una rinascita: è stata acquisita dal milionario di Singapore Thean Yat Ronald Anthony Ooi.

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