Uffizi: acquistato un bozzetto ottocentesco a lungo perso negli Usa

Si tratta de 'La maga di Endor evoca davanti a Saul lo spettro di Samuele' realizzato da Giuseppe Sabatelli

Il bozzetto ottocentesco di Giuseppe Sabatelli acquistato dagli Uffizi

Il bozzetto ottocentesco di Giuseppe Sabatelli acquistato dagli Uffizi

Firenze, 2 luglio 2021 - Gli Uffizi acquistano il bozzetto di un dipinto a lungo perduto negli Usa. E' affascinante la storia che arriva dalla Galleria degli Uffizi che, in occasione della ricorrenza del Giorno dell’Indipendenza americana, ha acquistato La maga di Endor evoca davanti a Saul lo spettro di Samuele, bozzetto realizzato nel 1841 dal pittore romantico Giuseppe Sabatelli: è il lavoro preparatorio per un quadro che il ricco latifondista Meredith Calhoun, in quegli anni in viaggio in Italia, comprò per la sua villa estiva a Huntsville, Alabama, o per quella invernale, a New Orleans, Louisiana. Il dipinto compiuto fu spedito in America: ad oggi risulta scomparso, così come altri due creati dal Sabatelli in quegli anni per lo stesso committente, raffiguranti Cornelia, madre dei Gracchi, e Torquato Tasso, che legge le sue poesie a Eleonora d’Este: di quest’ultimo gli Uffizi conservano disegni preparatori, mentre non resta alcuna traccia della Cornelia. Già a partire dai prossimi giorni La Maga di Endor verrà esposta nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti.

“L’acquisto del bozzetto  – spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, - ci offre prova puntuale dell’interpretazione romantica del testo biblico, famoso in quegli anni anche grazie alla tragedia di Vittorio Alfieri dedicata al primo re di Israele (1782). Nel bozzetto, l’apparizione sovrannaturale del profeta in un’atmosfera drammatica, caratterizzata da un forte chiaroscuro e dalla riduzione della gamma cromatica a poche tinte brune ricordano il romanticismo inglese di Füssli e dei suoi seguaci: un’interpretazione stilistica che probabilmente incontrava i gusti del ricco proprietario di terreni e di schiavi nel profondo Sud degli Stati Uniti. Anche se il granduca Leopoldo II, detto ‘Canapone’, non riuscì a fermare la partenza del quadro per il Nuovo Mondo, il bozzetto originale, restituito ora alla collettività, presenta in modo efficacissimo il talento del Sabatelli, morto prematuramente a soli trent’anni, e documenta le preferenze artistiche dei primi collezionisti americani in viaggio per l’Italia in cerca di capolavori. Ma è anche un documento fondamentale delle relazioni artistiche tra Firenze e gli Stati Uniti nel primo Ottocento. Era questo il cruciale momento storico in cui la Toscana, dopo le riforme politiche e amministrative del granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena e nonostante alcuni tentativi di restaurazione sotto Ferdinando III, era diventata uno degli stati più moderni al mondo, con caratteri di democrazia che poterono ben servire all’America anche come glorioso esempio di buon governo”.

Il caso del dipinto scomparso apre, con un contributo dello stesso direttore Schmidt, il numero 5 di Imagines, la rivista scientifica degli Uffizi, dedicato al convegno "Gli Stati Uniti e Firenze (1815-1915): modelli artistici, ispirazioni, suggestioni", organizzato dalle Gallerie il 23 e 24 settembre 2019. La pubblicazione è da oggi gratuitamente disponibile sul sito del museo, all’indirizzo https://www.uffizi.it/magazine-imagines/imagines-5-ita

 

Giuseppe Sabatelli (Milano, 24 giugno 1813 – Firenze, 27 febbraio 1843): cenni biografici

Figlio del pittore Luigi Sabatelli, si forma sotto l'insegnamento del padre e nel 1834 si trasferisce a Firenze, insieme al fratello maggiore Francesco, anch'egli pittore, nato nel 1803. Dal 1839 Giuseppe Sabatelli insegna tecnica pittorica all'Accademia di belle arti di Firenze. Si fa notare come pittore di soggetti sacri e storici e come ritrattista. Tra le sue opere: Cristo libera l'ossesso (1828), dipinto che fu esposto all'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1837 e poi acquistato dal granduca Leopoldo II di Toscana; Torquato Tasso legge il suo poema alla corte di Ferrara; Farinata degli Uberti alla battaglia del Serchio. Un suo autoritratto è conservato nella collezione degli Uffizi. Muore di tisi, come il fratello Francesco. Il suo monumento funerario, scolpito da Ulisse Cambi, si trova nel chiostro della basilica di Santa Croce a Firenze.

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