EVA DESIDERIO
Cultura e spettacoli

Ied Firenze e Fondazione Palazzo Strozzi: torna il progetto comune per i giovani talenti dell’arte

Ecco “The Tilt of Time” questa esperienza coordinata da Daria Filardo e Martino Margheri

La presentazione di "The Tilt of Time"

Firenze, 27 ottobre 2023 – Originale e importante collaborazione tra Ied Firenze e Fondazione Palazzo Strozzi con un progetto giunto alla terza edizione che promette molto per i giovani studenti protagonisti di questa esperienza unica e coinvolgente che li mette in contatto con tanti artisti e con le correnti di avanguardia che tanto li affascinano.

Si chiama “The Tilt of Time” questa esperienza coordinata da Daria Filardo di Ied e da Martino Margheri di Fondazione Palazzo Strozzi con lo sviluppo curatoriale della classe del Master in Curatorial Practice 2022-2023 che intende preparare giovani talenti nell’ambito delle esperienze culturali di musei, fondazioni, galleria d’arte, progetti di ricerca sul contemporneo, che si concretizza in una mostra che nei locali della scuola del fashion internazionale di via Bufalini 6R. Logico che si sia cercato subito un collegamento ideale con la mostra in corso a Palazzo Strozzi di Anish Kapoor “Untruel Unreal”.

Uno scorcio della mostra
Uno scorcio della mostra

Gli artisti coinvolti con le loro opere in questa collettiva aperta a tutti da oggi e fino al 30 novembre sono Giulio Aldinucci, Fabrizio Ajello e Francesco D'Isa, Chiara Bettazzi, Alessandro Gandolfi, Jacopo Jenna, Namsal Siedlecki. Con loro hanno lavorato le studentesse Georgina Anastasi, Victoria Cassone, Hailey Conway, Patricia Hale-Siedler, Sneha Haris Chaturani, Solomiia Hrebeniak-Dubova, Alisa Kanevskiy, Catarina Mel, Emma Miles e Alexandra Skilnick. Insieme alla mostra nella sede di IED Firenze anche un programma di performance a Palazzo Strozzi, negli spazi della Strozzina, le sere dell’11 e del 23 novembre.

“Il tempo infinito di internet. Il tempo interrotto della pandemia. Indietro nel tempo con la guerra in Ucraina. Il tempo velocizzato dell’intelligenza artificiale. Una serie di eventi storici recenti rende attualissimo il tema del tempo, il quale è sempre correlato a quello dello spazio, come Storia e Geografia. Per questo penso sia importante dedicare gli spazi veri e reali della scuola per dare continuità a Anish Kapoor. Untrue Unreal. La scuola è il luogo dove i giovani danno forma allo spirito del tempo”, spiega Danilo Venturi Direttore Ied Firenze che saluta l’assessora Elisabetta Meucci all’Università e ricerca del Comune di Firenze che ai ragazzi di Ied sottolinea “l’importanza della natura multiforme del tempo e il virtuoso rapporto con la Fondazione Strozzi”, ricordando come Firenze sia sempre più città della formazione e “punto di riferimento per tanti giovani italiani e stranieri che trovano in Ied un alleato prezioso per il loro percorso di studi”.

Con l’assessora Meucci anche l’amministratore delegato Gruppo Ied Francesco Gori che ha sottolineato come siano 84.000 ogni anno gli studenti che l’anno scorso hanno lasciato l’Italia per andare all’estero, “un fenomeno che va arginato – dice Gori – perché nel nostro paese si eccelle anche in creatività. E come fa bene Ied Firenze l’offerta didattica va impreziosita e aumentata, con una crescita positiva come quella che sa realizzare il direttore Danilo Venturi”, conclude Francesco Gori.

Il tempo nelle sue diverse forme e accezioni, ciclico, eterno, presente, lineare, frammentato, distorto, biologico e personale è stato in ogni epoca territorio di analisi della filosofia, dalla religione, dalla scienza e dall'arte. The Tilt of Time indaga sei traiettorie di ricerca e propone riflessioni che spaziano dalla trasformazione degli oggetti e dei loro significati nel tempo e nella storia, all’attuale ruolo dell’intelligenza artificiale nella creazione di immagini e al suo rapporto con le arti visive, fino a toccare le tensioni geopolitiche del nostro presente.

La mostra include inoltre il linguaggio della performance e della musica che per loro stessa natura, non solo vivono nel tempo, ma lo organizzano, lo comprimono o lo espandono.

A giorni sarà pronto anche il catalogo realizzato in collaborazione con Kunstverein Publishing Milano che approfondisce il lavoro degli artisti, racconta la creazione dei progetti site-specific per gli spazi di Ied Firenze e Palazzo Strozzi.

“Questa non è la prima né sarà l’ultima volta della nostra collaborazione IED-Fondazione Palazzo Strozzi _ dice Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi _ e ringrazio del sostegno a Palazzo Strozzi. Sono contento di questa originale collaborazionetra studenti e grandi mostre, come quella di Kapoor e felice del proseguimento del progetto con le performance alla Strozzina”.

La mostra presso gli spazi di Ied Firenze si apre con un'installazione site-specific di Chiara Bettazzi, che attraverso l’uso di oggetti provenienti dai magazzini dell’istituto, ibridati con gli oggetti evocativi provenienti dal suo studio, genera nuove forme capaci di sottolineare l’incontro tra piani temporali diversi e il senso di transitorietà della materia.

Alla grande installazione che restituisce nuova vita ed equilibri agli oggetti, come una natura morta espansa che ci fa riflettere sul ruolo del tempo, segue il racconto fotografico di Alessandro Gandolfi che presenta immagini selezionate da reportage che ha effettuato in quattro diverse aree del mondo.

I lucernari (tunnel solari) che caratterizzano l’architettura del lungo corridoio di Ied accolgono un articolato wall-drawing di Fabrizio Ajello e Francesco D’Isa. I due artisti, affiancati dalla classe del master, hanno trascritto sogni da utilizzare come materia generativa di un processo creativo, dopodiché, sfruttando programmi di intelligenza artificiale (AI), hanno trasformato le narrazioni delle esperienze oniriche in immagini. L‘archivio visivo nato da questo incontro è stato reinterpretato e tradotto in complessi disegni che trovano spazio sulla pelle dell’edificio. Il dialogo fra l'uomo e la tecnologia ci porta in un futuro (già presente) che intreccia tempi, tecniche, suggestioni e visioni da osservare come sinopie di affreschi.

Conclude la mostra la scultura di Namsal Siedlecki, una testa in vetro soffiato che trova la sua genesi nel rapporto con la statuaria del passato, in un passaggio di testimone tra forme e materiali.