Materia Prima Festival, il corpo protagonista dell'undicesima edizione

La rassegna a cura di Murmuris presenta al Teatro Cantiere Florida e in altri spazi della città oltre un mese di spettacoli tra artisti pluripremiati, produzioni originali e giovani emergenti

Da sx: Luisa Bosi, Laura Croce, Francesco Migliorini, Cristina Manetti, Alessia Bettini

Da sx: Luisa Bosi, Laura Croce, Francesco Migliorini, Cristina Manetti, Alessia Bettini

Firenze, 19 febbraio 2024 - "Aveva quasi un senso". La voce ingenua dei ragazzi è lo specchio riflesso della vertigine di significati prodotta dal teatro, la forma d'arte che si muove nel confine labile tra palcoscenico e realtà, futuro e memoria, perché - come ama ripetere l'assessore alla cultura Alessia Bettini - "senza radici, un albero è soltanto un pezzo di legno". E non è un caso se la presentazione dell'undicesima edizione del Materia Prima Festival si svolga proprio nella sede dell'Archivio di Stato, uno degli spazi attraversati dal programma di spettacoli pluripremiati e produzioni originali a cura di Murmuris

La rassegna - realizzata con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana e Unicoop - propone un mese di appuntamenti coinvolgendo artisti pluripremiati, talenti emergenti e studenti delle scuole superiori, che parteciperanno alla sesta edizione del progetto di educazione alla visione "Noi", finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio: l'obiettivo è fare del teatro "non solo un momento di intrattenimento - sottolinea la presidente della Commissione Cultura Cristina Giachi - Ma un asset produttivo per i giovani e una lente d'ingrandimento comune sui problemi della società". 

Il corpo diventa allora il trait d'union per costruire una nuova comunità di artisti e spettatori consapevoli: il corpo mostruoso e solitario, prodigioso ed infelice del novello Frankenstein portato in scena in prima toscana dalla formazione tre volte Premio Ubu Motus (Teatro Florida, 28 febbraio) insieme a Silvia Calderoni ed Enrico Casagrande; il corpo ferito dalla malattia, raccontato nel toccante e leggerissimo spaccato sull'Alzheimer che la drammaturga Fabiana Iacozzilli ha intitolato "Il grande vuoto" (Teatro Florida, 16 marzo). 

Il corpo svuotato di senso nel limbo di una vita sospesa tra noia e consumo, ritratto di una generazione protagonista del monologo torrenziale per voce e batteria "Sid. Fin Qui tutto bene" (Teatro Florida, 8 marzo) del premio Ubu Alberto Boubakar Malanchino. E quello che abita ed è abitato, soggetto e oggetto della performance multimediale "Forse una città (Mirages)" del collettivo AdA (Teatro Florida, 21 marzo), fondato dalla visual artist Loredana Antonelli, dalla dj Lady Maru e dal drammaturgo Pasquale Passaretti. Fino ai corpi che non ci sono più, e i loro legami con i vivi, intrecciati nell'allestimento site specific "De los muertos a Firenze" (Archivio di Stato, 22 e 23 marzo) del collettivo ZimmerFrei, che unisce ricerca documentaria e presenza live. 

La chiusura, affidata agli astri nascenti del teatro off Niccolò Fettarappa e Lorenzo Marangoni, parlerà di corpi soffocati dalla dittatura del lavoro, nella caustica parodia "Solo quando lavoro sono felice" (Teatro Florida, 5 aprile).

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