CATERINA CECCUTI
Cultura e spettacoli

“Hayat” e “Horror Vacui”: il doppio urlo civile di Giuseppe Ferlito

Guerra, migrazioni e faide domestiche: il regista fiorentino d’adozione coinvolge studenti e un cast emergente per due film girati tra una Siria martoriata e una Firenze più viva che mai

Il regista Giuseppe Ferlito sul set

Il regista Giuseppe Ferlito sul set

Firenze, 1 agosto 2025 - Il cinema come megafono delle urgenze sociali. Giuseppe Ferlito, fondatore e direttore della Scuola di Cinema Immagina, torna con un’accoppiata di opere d'impatto, realizzate fianco a fianco con i suoi studenti. Il cortometraggio “ Hayat” (28’) segue la sarta siriana Hayat — interpretata da Zaynab Salloum Aguirre, affiancata da Arian Gorvanchi e Barbara Zoppi — mentre attraversa una città sbriciolata dalle bombe per cucire l’abito della fuga verso Firenze. Con lei, una famiglia tutta al femminile che lotta per la libertà, guidata da un soldato cristiano deciso a traghettarle oltre il confine. Il conflitto siriano, l’esodo e il diritto delle donne di ridisegnare il proprio futuro sono il cuore pulsante di un racconto teso come il filo di una macchina da cucire.

Al polo opposto dell’Atlantide emotiva si colloca “ Horror Vacui” (111’), thriller psicologico girato interamente con un iPhone Pro Max tra gli Uffizi e i boschi di Vallombrosa. Sullo schermo si consuma la resa dei conti di una famiglia: le sorelle Chiara Gori e Tosca Fusi si rinfacciano un passato inconfessabile che coinvolge il padre (il docente di fisica interpretato da Vincenzo Puzziferri). A dare ulteriore tensione, la presenza di Arian Gorvanchi, già visto in Hayat, a conferma di un ponte artistico fra i due progetti. Il risultato è un vortice di sospetti e allucinazioni che mostra quanto il male domestico possa essere più letale di una granata, soprattutto quando a esplorarlo è una troupe di under 30 pronta a sperimentare linguaggi e tecnologie leggere.

Entrambe le pellicole sono firmate dall’Associazione Culturale Immagina e nascono in classe prima che sul set: attori, assistenti alla regia e tecnici sono studenti trasformati in professionisti, chiamati a misurarsi con temi più grandi di loro e allo stesso tempo profondamente generazionali. «Il cinema non è mai statico, deve muoversi con la società» ripete Ferlito, che vede nello smartphone non un limite, ma un grimaldello creativo.

Dopo la presentazione ai festival internazionali di cinema indipendente, Hayat e Horror Vacui approderanno nelle sale fiorentine in autunno. Due titoli diversi per forma, identici per missione: ricordarci che, dal Medio Oriente alle mura di casa, la frontiera fra sopravvivenza e dignità passa sempre per uno schermo acceso. Per informazioni: www.cinemaimmagina.it.