
Uno dei disegni antisemiti raccolti in "Matite razziste"
Firenze, 26 gennaio 2016 - L'antisemitismo insegnato anche attraverso le immagini, le vignette satiriche e le illustrazioni per bambini: approfondire questo aspetto, terribile e inquietante della propaganda fascista è uno dei modi scelti dalla Comunità ebraica di Firenze in occasione della Giornata della Memoria, fissata come ogni anno per il 27 gennaio, in ricordo delle persecuzioni e dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti. Alla vigilia di questo appuntamento, martedì 26 gennaio, alla sinagoga di Firenze (via Farini 10) si terrà alle 17 la presentazione del primo Quaderno della Fondazione Ambron Castiglioni, "Matite razziste. L’antisemitismo nell’illustrazione del periodo fascista", a cura di Giovanna Lambroni e Dora Liscia Bemporad (Edifir Edizioni). Si tratta di una raccolta di saggi, scaturiti dalla giornata di studi promossa nel 2014 dalla Fondazione Ambron Castiglioni (con la collaborazione della Biblioteca Marucelliana e dell’Archivio di Stato di Firenze) con "l’analisi dei prototipi iconografici veicolati dal messaggio antisemita nell’Italia degli anni Trenta e dal mondo dell’illustrazione in particolare, in una chiave di lettura ancora poco esplorata nella storia del razzismo che permette di constatare la diffusione capillare del fenomeno nella grafica del periodo".
Sembrano cose lontane, di un'altra epoca, ma basta pensare che in Iran si organizza ogni anno un concorso di vignette che negano e sbeffeggiano l'Olocausto degli ebrei durante il nazismo, per capire che non si tratta di una realtà poi così lontana. Tornando al tema del libro che sarà presentato alla sinagoga di Firenze, purtroppo sono state numerose le matite italiane che, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, hanno rappresentato gli ebrei come "cattivi", stereotipati in caratteri somatici ben definiti: naso adunco, labbra carnose, capelli crespi e barba lunga. "Mercanti e banchieri senza scrupoli -spiegano gli organizzatori_ affaristi, prestatori di denaro e ingannatori, comunque causa di tutti i mali della nazione, i personaggi così cinicamente tratteggiati finirono per caratterizzare l’apparato iconografico dei libri e delle riviste illustrate, da quelle satiriche a quelle per ragazzi, che a partire dal 1938 iniziarono a proporre al lettore un ricco campionario di immagini a supporto delle direttive di regime".
Sempre nella stessa occasione (nel pomeriggio di martedì 26 gennaio) alla sinagoga di Firenze, ci sarà l'inaugurazione della mostra "A lezione di razzismo. Scuola e libri durante la persecuzione antisemita (1938-1943)", promossa e organizzata dalla Comunità Ebraica di Firenze e Fondazione Ambron Castiglioni, con la collaborazione di INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa). "Tema dell’esposizione _spiegano gli organizzatori_ il ruolo dell’immagine nella diffusione del razzismo. Durante il fascismo i temi dell’appartenenza etnica e del culto della razza furono veicolati in vari modi, tra i quali lo stringente e rigoroso intervento sulla scuola e sull’editoria scolastica, sulla letteratura giovanile d’evasione e su un genere molto amato dalle giovani generazioni, il fumetto. Educatori, scrittori, artisti, illustratori, in molti contribuirono a diffondere il seme del razzismo, traducendo in linguaggio pedagogico e in figure accattivanti temi ed atteggiamenti in cui la diffidenza pregiudiziale verso l’altro, nero, ebreo, fisicamente diverso o di razza non ariana".