MAURIZIO COSTANZO
Cultura e spettacoli

Firenze, arrivano Elio Germano e Teho Teardo col "Sogno di una cosa" di Pasolini

Dal 12 al 17 dicembre al teatro della Pergola e il 21 e 22 dicembre al teatro Era di Pontedera

Elio Germano e Teho Teardo col "Sogno di una cosa" di Pasolini

Elio Germano e Teho Teardo col "Sogno di una cosa" di Pasolini

Firenze, 9 dicembre 2023- Tutto esaurito al Teatro della Pergola per Elio Germano e Teho Teardo, che dal 12 al 17 dicembre portano in scena Il sogno di una cosa da Pier Paolo Pasolini in una versione per parole e musica. Posti ancora disponibili al Teatro Era di Pontedera, dove lo spettacolo si darà il 21 e 22 dicembre. Pasolini ci parla con le voci delle persone che dall’Italia del secondo dopoguerra, stremate dalla povertà, sono scappate attraversando illegalmente il confine per andare in Jugoslavia, attratte dal comunismo e con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e cibo per tutti. Vista oggi è una specie di rotta balcanica al contrario che attraversa il medesimo confine che attualmente i profughi in fuga percorrono per venire in Italia. Il sogno di una cosa è uno spettacolo che ridisegna la sala della Pergola e riduce la capienza alla sola platea e primo ordine di palchi, per la precisa scelta di avere una spazializzazione del suono che realizzi un più intenso e coinvolgente dialogo con il pubblico. Una produzione Pierfrancesco Pisani per Infinito Teatro, Argot Produzioni, Teatro della Toscana, con il contributo di Regione Toscana. Il sogno di una cosa è il primo esperimento narrativo di Pier Paolo Pasolini, scritto di getto negli anni dell’immediato dopoguerra, prima di Ragazzi di vita e di Una vita violenta, ma pubblicato solo nel 1962, per questo il romanzo risulta essere, al tempo stesso, il romanzo d’esordio e di conclusione della stagione narrativa di Pasolini. Vi si racconta la storia di tre ragazzi friulani alla soglia dei vent’anni che vivono la loro breve giovinezza affrontando il mondo: la miseria delle origini, le lotte contadine, l’emigrazione, ma anche l’amicizia, l’amore, la solidarietà. Desiderano la felicità, la bella vita in un Paese straniero, poi tornano e maturano una coscienza politica, sognano la rivoluzione. Invece, finiscono per piegarsi ai compromessi dell’età adulta, i sogni si spengono e la felicità tanto agognata diventa quella delle piccole cose: una ragazza, una casa, un lavoro. Fino a morirne. Dopo Céline con Viaggio al termine della notte e Dante con Paradiso XXXIII, Elio Germano e Teho Teardo portano in scena Il sogno di una cosa da Pier Paolo Pasolini, al Teatro della Pergola dal 12 al 17 dicembre, e al Teatro Era di Pontedera il 21 e 22 dicembre. Si parte con l’ebbrezza di una festa, si finisce con la tristezza di una morte: «la meglio gioventù» è già conclusa. «Dai nobili ideali e dalla voglia di cambiare il mondo, questi tre ragazzi grazie al cambiamento innescato dal boom economico, approdano a un mondo nuovo in cui prevale il tornaconto personale: è una metafora per raccontare l’Italia», ha affermato Elio Germano, che in scena, oltre a leggere il romanzo, suona vari strumenti, tra cui la fisarmonica. «Siamo partiti dai suoni che, essendo io nativo di quelle zone del Friuli, Casarza, ho recuperato e registrato personalmente», ha raccontato Teho Teardo, «nello spettacolo c’è anche del materiale raccolto dall’etnologo Alan Lomax, che nel 1954, assieme a Diego Carpitella, girò per tutta Italia, casa per casa, chiedendo alle persone di cantare le canzoni tradizionali che conoscevano». Il sogno di una cosa si può interpretare come una metafora doppia: una parabola dello scorrere della vita umana, dall’apertura e felicità anche naif della prima giovinezza al disincanto e alla riduzione delle ambizioni della maturità. Ma anche come il tentativo di eternare e salvare in un’opera narrativa usi e costumi delle genti friulane dell’epoca. Un’epoca in cui la vita veniva celebrata nella sua semplicità e forza primigenia. Maurizio Costanzo