
Claudia Cardinale e il vestito che è custodito a Firenze al Museo del Costume. Profondo il cordoglio per la scomparsa dell'artista. Aveva 87 anni
Firenze, 24 settembre 2025 – Si trova al Museo del Costume uno dei vestiti da sogno che fu utilizzato per i provini del “Gattopardo”, il celebre film di Luchino Visconti che vide Claudia Cardinale tra le protagoniste.
Un film che è una pietra miliare del cinema. Il Museo del Costume è sotto la gestione del Museo degli Uffizi. E proprio gli Uffizi ricordano la presenza, nelle sale, di questo vestito, che impreziosice la già vasta collezione. L’occasione è un ricordo di Claudia Cardinale nelle ore della sua scomparsa. La celebre attrice, una delle più acclamate della sua epoca, se n’è andata a 87 anni. Lasciando un’eredità preziosa di film insieme a grandissimi attori e registi. Così il Museo degli Uffizi: “Chi può entrare in un abito dal vitino così stretto? C'è una sola risposta… Claudia. Lo indossò per il provino de Il Gattopardo di Luchino Visconti. Leggenda vuole che quando uscì dal camerino Piero Tosi, il maestro dei costumi, rimase senza fiato. Davanti a lui scintillava una visione: lo splendore, la grazia, la potenza di una stella. Oggi quell’abito "vive" a #Firenze, gelosamente custodito al Museo della Moda e del Costume. E Claudia, lei è qui con noi. Nel tempo. Nell’immaginario. Per sempre”.
Tanti i ricordi dei grandi del cinema: "Per me è stata la donna più bella del cinema italiano – dice Carlo Verdone –. Quando aveva circa vent'anni, solo Lucia Bosè poteva reggere il confronto. La conobbi a casa di Sergio Leone e diventammo amici nelle poche occasioni trascorse insieme. L'ultima volta che la vidi fu a Lecce, in occasione del Festival del Cinema Europeo. Era amabile, spiritosa, intelligente. La sua forza stava nello sguardo: penetrante, seduttivo e profondo".
Era il 1963 quando Claudia Cardinale fu Angelica Sedara ne Il Gattopardo di Luchino Visconti, tratto dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: una delle sue interpretazioni più celebri, in un film monumentale che la vede accanto a Burt Lancaster e Alain Delon. Sempre nel 1963, diede una nuova prova di maturità in La ragazza di Bube di Luigi Comencini, tratto da Carlo Cassola: nel ruolo di Mara, Claudia regalò al pubblico uno dei suoi personaggi più veri e intensi, vincendo il Nastro d'Argento.