
Galileo Galilei
Firenze, 28 gennaio 2016 - IL CANNOCCHIALE e la sepoltura. I disegni e la Tribuna. Busti e monumenti. Tante le tracce galileiane disseminate per la Città del Fiore. Galileo visse infatti a Firenze gran parte della sua vita: vi passò l’adolescenza, compiendovi i primi studi, vi si stabilì definitivamente, una volta nominato Primario Matematico e Filosofo del Granduca di Toscana. Di alcune fra le sue residenze non è rimasta traccia e si hanno scarse notizie dal carteggio e dai documenti. Altre sopravvivono intatte, così come intatti restano luoghi e monumenti in qualche modo legati alle sue spesso tempestose vicende biografiche.
Una ghiotta occasione, per il visitatore colto, è proprio quella di ripercorrere i suoi passi, scoprendo e godendo il bello che il tour è capace di offrire. Una nuova chance offerta dal recente coordinamento tra due importanti realtà: la Basilica di Santa Croce (che fra i numerosi sepolcri di personaggi illustri custodisce anche quello di Galileo, di realizzazione settecentesca perché, alla sua morte, il Papa impedì che gli fosse eretto un monumento celebrativo) e il Museo Galileo, o Istituto e Museo di Storia della Scienza, culla di una sala interamente dedicata al fisico, filosofo, astronomo e matematico italiano, considerato il padre della scienza moderna. Al suo interno sono esposti rarissimi strumenti di sua invenzione, tra cui il giovilabio, il termoscopio, il compasso e il piano inclinato. Macabra curiosità, lì è conservato anche il dito medio della sua mano destra prelevato al momento della traslazione della salma).
«TRA ARTE, storia e scienza» è il progetto congiunto del Museo Galileo e dell’Opera di Santa Croce, appena presentato. L’iniziativa si compone di due momenti autonomi, ma ideati per essere l’uno compendio dell’altro: le visite guidate dei due gioielli fiorentini incentrate sulla vicenda umana, storica e scientifica di Galileo, e un sito web ad hoc (info 055/2343723, 20 euro a persona, dura circa due ore, prenotazione obbligatoria). IL TOUR di Santa Croce si dipana lungo le numerose memorie galileiane, anche quelle meno note, «in grado di evocare la complessità di una vicenda che per secoli ha suscitato clamori, dibattiti, opposte ragioni: dagli antenati di Galileo e di Urbano VIII, che condividono la vicinanza del luogo di sepoltura, alle spoglie dello scienziato, prima rifugiate e nascoste nella cappella medicea di Santa Croce, poi spostate nel 1737 nell’attuale sepolcro monumentale», spiega Irene Sanesi, presidente dell’Opera di Santa Croce. La visita al Museo Galileo, condotta dalla stessa guida, culminerà invece nella sala dedicata al Genio, dove sarà possibile misurare la grandezza della sua fama con l’ausilio dei suoi stessi strumenti. Il momento virtuale è legato allo spazio web (http://mostre.museogalileo.it/galileodueluoghi/indice.html).
letizia.ciniquotidiano.net