MARCO
Cronaca

Voleva seppellire sua madre. Ma la burocrazia remava contro

Dopo un lungo colloquio con una impiegata dell’ufficio comunale, sperò in un segno del destino

VichiQuando sua madre era morta, era andato a chiedere in comune se poteva seppellirla accanto a suo padre, morto diversi anni prima. Sua mamma non era residente in quel paese, ma confidava nel buon senso. La funzionaria lo guardò con aria stranita. "Non è possibile, il regolamento non lo prevede". "Sì, certo, lo so… Ma mia madre ha vissuto qui tanti anni, poi dopo la morte di mio padre si è trasferita al mare, e io abito qui da almeno trent’anni". "Mi dispiace, queste cosa non cambiano nulla. Glielo ripeto: non è possibile, il regolamento non lo prevede". "Mi scusi… Il regolamento è fatto dagli uomini, e gli uomini in certi casi possono cambiarlo seguendo il buon senso". "Non se ne parla nemmeno, il regolamento è il regolamento" disse la funzionaria. "Va bene, la ringrazio della gentilezza, anche da parte di mia madre… Spero che non abbia mai a che fare con un regolamento stupido come questo". "Stia attento a come parla". "E lei stia attenta ai disegni del destino, che a volte sono più saggi di quelli degli umani". "Non so di cosa stia parlando…" disse lei, e si ritirò nelle retrovia dell’ufficio. Me ne andai a seppellire mia madre in un altro comune, e se avessi avuto un dio amico a cui raccomandarmi, gli avrei chiesto di punire quella povera donna devota al Regolamento. Mesi dopo ebbi di nuovo a che fare con la stessa funzionaria comunale per un’altra faccenda che non sto a raccontare, e lei di nuovo mi parò davanti il regolamento, come l’altra volta.Scossi il capo. "Nel ‘38 c’erano le leggi razziali, dunque lei pensa che siccome era una legge, era giusta? Se avesse vissuto in quell’epoca, per obbedire alla legge avrebbe mandato a morire i suoi vicini di casa ebrei?" "Questo che c’entra?" saltò su lei, sgranando gli occhi. "C’entra eccome… Voglio solo dire che non tutte le leggi sono giuste, mi segue?" "Lei non sa quello che dice". "Anche perché, come forse lei saprà, attraverso i secoli le leggi sono state cambiate in continuazione, e se vengono cambiate, cioè corrette, qualcosa dovrà significare… Anche un cambio di sistema politico comporta un cambio di leggi, ad esempio". "Mi scusi, signore, ma non ho tempo da perdere con queste chiacchiere" disse la funzionaria, con la bocca così serrata che mi aspettavo di vederle sputare qualche dente. "Va bene, le auguro una buona giornata" dissi andandomene. Di nuovo invocai un dio amico, poi direttamente il Destino… Pensaci tu, fai qualcosa, dalle una lezione. Era soltanto un’invocazione che serviva a placarmi, nulla più di questo.E invece, qualche mese dopo successe una cosa: forse il Destino aveva ascoltato le mie parole, e aveva deciso di far capire a quella donna schiava della burocrazia che non sempre il regolamento deve regolare la vita delle persone, almeno non quando si trasforma in idiozia e in mancanza di buon senso. Una mattina di pioggia, la funzionaria sbandò lungo la strada per arrivare in comune e finì sull’orlo di un precipizio, con le ruote anteriori sospese nel vuoto. La macchina, in bilico, sul bordo, oscillava lentamente, rischiando di cadere di sotto. La funzionaria aveva paura anche a scendere, doveva stare ferma e chiamare immediatamente il numero del carro attrezzi che aveva in memoria, che si trovava nel comune dove lei lavorava. Rispose una signorina gentile. "Officina Corolla, posso aiutarla?" "Ho assolutamente bisogno di aiuto…" disse la funzionaria con voce tremante. "Prego, mi dica" disse la signorina, calma e tranquilla. "Mandi il prima possibile un carro attrezzi sulla provinciale 333, tra il cimitero e villa Gabotti". "Potrebbe descrivermi il problema?" "Sono in bilico sulla scarpata, non posso muovermi, potrei precipitare". "Mi scusi, potrebbe fornirmi il luogo esatto? Vede una pietra miliare con il numero del chilometro?" "Sì, chilometro otto…" "Attenda in linea, per cortesia". "Ma come? La prego…" disse la funzionaria, ma la musichetta dell’attesa era già partita. Secondi interminabili, mentre l’auto oscillava sul vuoto. Un minuto, un’ora, un secolo… Poi ecco di nuovo la voce squillante della signorina gentile. "M scusi per l’attesa… Mi dispiace ma non possiamo intervenire, il chilometro otto è fuori dalla nostra zona operativa". "Come sarebbe? Sto per precipitare!" "Non possiamo intervenire, dobbiamo attenerci al regolamento". "Ma… il confine con il comune è a 300 metri da qui". "Non possiamo agire al di fuori del regolamento, mi dispiace." "Potrei morire… Dio mio… Non so se ha capito!" Era disperata, stava per piangere. "Ho capito benissimo, signora. Ma esiste un regolamento, e non possiamo intervenire". "Allora mi dica chi è che si occupa di questa zona". "Non sono autorizzata a fornire nomi e numeri di altre ditte, e il regolamento sulla privacy… Devo riagganciare, ho altre telefonate in attesa. Le auguro una buona giornata". La signorina gentile riattaccò, e la funzionaria scoppiò a piangere… facendo oscillare la macchina in modo assai pericoloso. Allora smise di piangere, e in un impeto disperato riuscì a scivolare piano piano sul sedile posteriore, aprì la portiera e si gettò dall’auto, che un secondo dopo precipitò giù dalla scarpata con un gran fragore di lamiere. Avrebbe potuto esserci anche lei dentro a quelle lamiere, ma il destino aveva voluto essere clemente, l’aveva risparmiata. Si affacciò sulla scarpata, l’auto sembrava fosse stata masticata da un mostro gigantesco. La funzionaria scoppiò di nuovo a piangere… Non aveva ancora finito di pagare le rate, e le sanguinava un ginocchio. Però era viva.1-fine