REDAZIONE FIRENZE

Vivere nella pittura. L’arte di Felice Carena riempie la città

Esposizioni alle Belle Arti e a Palazzo Medici Riccardi

Felice Carena, un autoritratto del maestro del 1930

Felice Carena, un autoritratto del maestro del 1930

È stato il pittore della luce, della materia ma anche della spiritualità. A cavallo fra due secoli, non ha mai smesso di sperimentare, ancorato alla tradizione classica e rinascimentale, ma allo stesso tempo proiettato verso quei fermenti che esplodevano col Novecento, dal simbolismo all’espressionismo.

Felice Carena (Cumiana-Torino 1879 – Venezia 1966) è il protagonista i due mostre che aprono giovedì a Palazzo Medici Riccardi e all’Accademia di Belle Arti di Firenze, proprio in occasione dei cento anni dal suo arrivo in città alla fine del 1924, chiamato all’insegnamento nell’Accademia, di cui sarà anche presidente.

Curata da Luigi Cavallo ed Elena Pontiggia, l’esposizione ’Vivere nella pittura’ a Palazzo Medici Riccardi procede per argomenti e segue la vicenda creativa di Carena dal periodo fiorentino fino alla conclusione della sua vita. A iniziare dai ritratti di famiglia, taluni inediti, provenienti dagli eredi, che il maestro conservò per sé: 15 autoritratti che rappresentano riflessioni autobiografiche di grande intensità e continua ricerca introspettiva. E poi le nature morte e fiori, per Carena soggetti privilegiati, motivi sui quali concentrare l’attenzione per la forma cromatica e la riflessione in purezza sulla struttura dell’immagine. ’La quiete’ è invece uno dei capolavori della stagione classica, come ’La scuola’ (1928). L’arte, sembra dire Carena, non è gesto istintivo o impressione, ma mestiere e colloquio con i grandi insegnamenti del passato.

La mostra ’Felice Carena, Pittore e Maestro all’Accademia di Belle Arti di Firenze’, in via Ricasoli 66, a cura di Rossella Campana e Susanna Ragionieri, racconta invece i vent’anni di Carena a Firenze e in Accademia, intrecciando la vita dell’artista e maestro con quella degli intellettuali del tempo in una città in pieno fermento culturale. Sullo sfondo gli anni complicati del primo dopoguerra, la dittatura fascista, il secondo conflitto mondiale e il fervore dell’ambiente intellettuale fiorentino fra vecchi e nuovi luoghi d’aggregazione e confronto.

Olga Mugnaini