No alla violenza sulle donne, calciatori in prima linea

Presentato al Centro tecnico di Coverciano il progetto #facciamo gli uomini

Centro tecnico di Coverciano, convegno contro la violenza sulle donne

Centro tecnico di Coverciano, convegno contro la violenza sulle donne

Firenze, 23 luglio 2019 - Tutti ricordano i campioni del calcio scendere in campo con un baffo rosso disegnato sul viso. E’ successo nel massimo campionato appena concluso. L’iniziativa rientrava nella campagna nazionale contro la violenza sulle donne, con il mondo del calcio in prima fila. L’opera di sensibilizzazione continua con il convegno organizzato nell’aula magna del Centro Tecnico Federale di Coverciano a partire dalle ore 14,30, promosso dall’AIC (Associazione Italiana Calciatori) dal titolo ‘Facciamo gli uomini’.

In questo modo si è voluto sottolineare il ruolo dello sport e dei media come elementi di traino nella diffusione del rispetto delle donne. Che il fenomeno della violenza e dei soprusi verso il genere femminile sia una grossa piaga nel nostro paese sono i numeri a confermarlo: una donna su tre racconta di aver subito un episodio di violenza nel corso della sua vita, attualmente sono circa 7 milioni.

Il termine femminicidio è ormai entrato nel lessico quotidiano, i giornali di fronte ad un fatto di cronaca di questo tipo spesso parlano di delitto passionale, raccontano particolari raccapriccianti a volte inspiegabili nei quali gli uomini si trasformano in assassini di persone vicine, legate sentimentalmente, a volte semplicemente perché vengono lasciati dalla donna con cui avevano una relazione. Praticamente ogni tre giorni in Italia c'è una donna che viene uccisa. Di questi 120 delitti, ben 92 sono avvenuti nell'ambito familiare. E’ l’ultimo rapporto del Censis a disegnare lo scenario italiano, tristemente da record a livello europeo.

Solo nel 2019 l’associazione "In quanto donna" ha contato finora 27 casi di femminicidio. Cifre agghiaccianti, eppure, in Italia ancora non tutti sono consapevoli della gravità di questa situazione. Proprio per farla emergere che a questo punto anche il calcio ha deciso di muoversi. Come detto lo ha fatto con il convegno organizzato a Coverciano. Tra le testimonianze molto toccante quella di Concetta Raccuia, madre di Sara Dipietroantonio bruciata viva dal suo fidanzato alla periferia di Roma.

“Sembrava una persona normale, noi all’inizio abbiamo preso sottogamba la sua gelosia, poi per Sara è diventata un inferno”, racconta la madre. Mentre Maurizia Quattrone, commissario capo della mobile di Roma, ricorda la telefonata che ricevette quella notte in cui Sara fu trovata morta. “Non mi era mai capitato di vedere la faccia di una persona che mi odiava” ricorda la dirigente della Polizia di Stato. Accanto a loro anche l’avvocato Stefania Iassonna, difensore della famiglia di Sara nel processo, che ha visto condannare all’ergastolo l’omicida della giovane donna. Su che cosa può fare il calcio nella prevenzione di genere è stato l’argomento trattato da Rossano Bisciglia, del centro di Ascolto Uomini Maltrattanti di Firenze. Il ruolo dei media è stato affrontato dalla giornalista della Rai, Sabrina Carreras, infine la senatrice e vicepresidente della commissione femminicidio Donatelle Conzatti ha fatto il punto normativo. In apertura il saluto di Demetrio Albertini, presidente del settore tecnico della Fgci.

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