
di Stefano Brogioni
FIRENZE
La procura di Milano ha di nuovo un "papa straniero". L’attuale procuratore generale presso la corte d’appello di Firenze, Marcello Viola, ha infatti interrotto un’usanza che durava da almeno cinquant’anni: e cioè quello di pescare il nuovo capo nella “cantera“ della stessa procura. A dir la verità, anche stavolta c’era un candidato “interno“ all’ufficio che fu di Francesco Saverio Borrelli: Maurizio Romanelli.
Ma il Csm, forse per una semiannunciata volontà di rottura con il passato e di discontinuità verso la stagione più buia della magistratura, ha cambiato passo. Il plenum ha sancito una larga maggioranza, 13 i voti a favore di Viola. Nessun ballottaggio, dunque, come qualcuno aveva ipotizzato alla vigilia: “solo“ sei i voti a Romanelli, tre per Giuseppe Amato, attuale procuratore capo di Bologna. Tre gli astenuti. Determinanti i "laici".
"Sono onoratissimo della decisione del Csm che riguarda la mia persona. Andrò a sostenere il nuovo incarico a Milano mettendo lo stesso grande impegno che ho sempre dato nei miei 42 anni di carriera e anche qui a Firenze, nel distretto toscano", ha commentato a caldo Viola, nell’assumere "uno degli incarichi giudiziari più importanti in Italia".
Viola, che prenderà il posto di Francesco Greco, andato in pensione a novembre, è in magistratura dal 1981. Prima di arrivare a Firenze, nel 2016, è stato pm a Palermo e procuratore a Trapani.
"Vorrei andare col pensiero ai miei collaboratori e anche a chi non c’è più - ha aggiunto Viola - visto che nei miei anni in Sicilia ho visto tante di quelle cose... In particolare rivolgo un pensiero a Paolo Borsellino con cui c’era un rapporto personale di grande affettuosità, lo considero un mio grande maestro, me lo ricordo prodigo di consigli nei miei confronti". Il magistrato ha anche voluto ricordare la figura di "Rocco Chinnici a cui venni assegnato per lo svolgimento del mio tirocinio".
Quanto alla realtà che lascerà per andare a Milano, cioè la procura generale di Firenze, Marcello Viola ha detto: "Mi ha colpito molto la realtà sociale che ho trovato a Firenze e in Toscana, è una realtà dove si può collaborare insieme molto bene. Inoltre, a parte il senso civico e la grande attenzione dei fiorentini e dei toscani, ho avuto modo di apprezzare questa grande tradizione della solidarietà, che peraltro ritorna ben visibile in questi giorni di guerra in Ucraina e che è già stata pienamente evidente durante il Covid. Questa è una realtà che ti consente di lavorare bene, non solo sul piano giudiziario, ma in un clima generale di grande sinergia" tra istituzioni e "voglio dire anche con la stampa".
E adesso, sempre il Csm dovrà definire il suo sostituto.