La morte del giovane calciatore, acquisito un video. Il dramma minuto per minuto

Uno spettatore stava riprendendo Lanciotto-Castelfiorentino quando Mattia Giani è stato colpito dal malore. Dai primi minuti di caos all’arrivo dell’ambulanza, cosa testimoniano le immagini che aiuteranno gli inquirenti

Firenze, 25 aprile 2024 – C’è un video del tragico momento in cui Mattia Giani si accascia a terra durante la partita Lanciotto Campi – Castelfiorentino del 14 aprile. Dura circa nove minuti e immortala tutto quello che è accaduto allo stadio Ballerini di Campo Bisenzio dopo il 14esimo del primo tempo: dai soccorsi, all’arrivo della prima ambulanza. Il filmato è stato acquisito ieri dai carabinieri di Signa durante l’intervallo tra il primo e il secondo tempo del recupero della sfida, per l’appunto, tra il Lanciotto e il Castelfiorentino (che ha condannato i gialloblù alla retrocessione diretta in Promozione). Assieme al defibrillatore usato quella domenica, già acquisito, la registrazione – fatta da un operatore sportivo – servirà non poco al pm Giuseppe Ledda, titolare del fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo aperto dopo la morte di Giani (avvenuta l’indomani il malore), per ricostruire, minuto per minuto, i momenti subito successivi al crollo al suolo del ragazzo.

La videocamera, infatti, riprende il 26enne cadere al suolo in modo innaturale e scomposto. Per un attimo Mattia muove anche la testa, nel tentativo di rialzarsi, subito dopo iniziano le convulsioni. In campo, compagni e staff delle due squadre, non sembrano almeno nei primissimi minuti capire la gravità della situazione. "Pensavamo fosse l’ennesimo infortunio", diranno infatti in coro nei giorni seguenti.

Poi scatta l’allarme. Si crea un capannello attorno al numero sette (numero indossato solo quel tragico giorno, abitualmente era un numero 10): c’è confusione, il video è registrato da lontano, non si capisce chi fa cosa e quali manovre vengono attuate.

Dopo quattro minuti circa, un dirigente dei gialloblù chiede se in tribuna sia presente un medico. Qualcuno scende le scale, altre persone raggiungono il punto dove Giani si è accasciato. Come riportato dalla Nazione nei giorni precedenti, molto probabilmente tra loro c’è anche la dottoressa, lì come spettatrice, che ha dichiarato di aver contribuito al massaggio cardiaco sul giovane.

Il cronometro scorre veloce: dopo sei minuti un giocatore corre a prendere il defibrillatore. Il tentativo di scaricarlo sul petto di Mattia avviene un minuto dopo. Un tentativo che fallirà, perché quella scossa, come già certificato, non è partita. Perché? Sono stati commessi degli errori? Saranno gli inquirenti a deciderlo, chiamati anche a una complicata analisi tra le fitte maglie dei calciatori e il via vai di dirigenti, familiari e soccorritori.

Infine, all’ottavo minuto (come specificato dall’Asl) arriva l’ambulanza. I sanitari a bordo scendono e con una forbice tagliano, dalla vita al collo, la parte frontale della maglia di Giani, per poi sfilargliela. L’utilizzo del defibrillatore, è bene ricordare, è vano se le piastre non vengono appoggiate sul petto completamente nudo. Com’era quello di Mattia al momento della scossa? A oggi, non è possibile dirlo.

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