FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

A piedi nella neve sul fronte del Don. Viaggio per tutti gli eroi dimenticati

La sfida di Stefano Lupi sulle orme del nonno tenente caduto nel ’43

Il tenente Enrico Magnanensi (secondo da sinistra)

Firenze, 18 gennaio 2018 - RIPERCORRERÀ a piedi la rotta della ritirata dell’Armir in Russia. Per seguire le orme del nonno che non ha mai conosciuto. Stefano Lupi partirà il 18 gennaio prossimo e camminerà in mezzo alla neve per 200 km. Gli sarà accanto l’anima del nonno, il tenente Enrico Magnanensi, fiorentino, ufficiale della divisione di fanteria Pasubio, caduto proprio durante quella drammatica ritirata.

«Dopo 5 anni di attesa – ha detto Lupi – eccomi alla vigilia della partenza per un trekking in Russia. Non un trekking turistico ma rievocativo, seppur senza alcuna velleità né presunzione di poter “rivivere” le condizioni di quei giorni di 75 anni fa in cui centinaia di migliaia di nostri soldati morirono».

IL NIPOTE per cinque anni ha studiato la storia di suo nonno, il suo percorso militare. L’unico pensiero è stato quello di poter camminare su quella terra per sentire e provare ad immaginare quello che un ragazzo di 27 anni, ha potuto vivere a migliaia di km lontano da casa dove lo stava aspettando sua moglie in attesa della sua bambina. Quella bambina era la mamma di Stefano; non ha mai conosciuto suo padre. Il tenente Enrico Magnanensi non ha mai conosciuto la sua bambina; morì il 17 gennaio 1943 nel campo 62 di Nekrilovo, prigioniero dell’armata russa. In quel campo persero la vita altri 1.111 soldati italiani rimasti nella sacca sul Don e presi prigionieri dall’armata rossa. «Gli unici racconti sulla tragica ritirata dei soldati italiani in Russia – racconta Stefano Lupi – li ho appresi leggendo i libri di Bedeschi, di Rigoni Stern che fortuna vuole siano riusciti a tornare dai loro cari e lasciarci una testimonianza vitale. Venuto a conoscenza dell’iniziativa dell’Associazione Sulle Orme della Storia, ho pensato che dovevo farla. Ed è questo un secondo motivo che mi ha spinto ad aspettare questo 18 gennaio con ansia: nel mio piccolo il lasciare una minuscola testimonianza sul fatto che ancora oggi nel 2017 ci sono persone che non hanno dimenticato».

LOGISTICAMENTE il gruppo seguirà il percorso della Divisione Alpina Tridentina dal fiume Don a Nikolajewka, la famosa località nella quale il 26 gennaio 1943 i resti del Corpo d’Armata Alpino riuscirono a rompere l’ultimo anello della sacca nella quale le truppe sovietiche avevano chiuso le nostre in quel lontano inverno.

«Cosa vedremo nel nostro viaggio? In realtà non c’è quasi nulla da vedere e quasi nessuno da incontrare. Ma è il solcare la neve in quei posti e in quei giorni è “solo” questo il viaggio. L’essenza è… la neve infinita, il silenzio, le balke, il freddo e restare da solo con i tuoi pensieri. Molti mi chiedono: “Perchè?” o “Ma chi te lo fa fare?”. Il viaggio serve a questo a capire un po’ di più, a non dimenticarli, a omaggiarli, tutti quanti nessuno escluso. Nonno Enrico in primis».