
Via Frilli, salute pubblica a rischio. Sgomberata l’occupazione abusiva
Poco meno di tre mesi fa l’ordinanza del sindaco, ora lo sgombero effettuato con un ampio spiegamento di forze che non è passato inosservato. Ieri mattina è stata liberata dalle forze dell’ordine, per motivi sanitari e di sicurezza, un’area privata in via dei Frilli occupata abusivamente da tempo: il provvedimento dà seguito all’ordinanza contingibile e urgente dell’11 marzo scorso a firma del sindaco Lorenzo Falchi e a quanto deciso in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica del 22 giugno.
Coordinati dalla questura di Firenze e dal commissariato di polizia di Sesto, vigili del fuoco di Firenze, comando dei carabinieri di Sesto, agenti della polizia municipale sestese, Asl e assistenti sociali hanno trovato nell’area sei persone, tutte maggiorenni: sono state allontanate mentre due cani presenti e diversi animali da cortile sono stati affidati all’associazione "Gian il Binario".
Lo spazio è stato poi messo in condizioni di sicurezza. Ora la proprietà, come disposto dall’ordinanza sindacale, dovrà occuparsi della pulizia e mettere in atto azioni per evitare nuovi accessi.
Si chiude così, con uno sgombero forzato, una vicenda che ha provocato non poche polemiche e proteste dei residenti, finite anche in consiglio comunale con la presentazione di un’interrogazione nel febbraio scorso da parte del capogruppo della Lega Daniele Brunori. Nell’occasione il sindaco Falchi aveva riferito anche di un sopralluogo a febbraio in via dei Frilli da parte della polizia municipale di Sesto: aveva rilevato la presenza di due roulotte e annessi vari adibiti al deposito di materiali tra cui alcune bombole di gas e baracche utilizzate come dimora con servizi igienici improvvisati.
Accanto alle baracche anche recinti per il ricovero di animali: pollame e un cane in particolare. Durante i controlli erano state trovate quattro persone ma, in realtà, il numero dei presenti nell’insediamento non è mai stato certo. Vista la presenza di rifiuti, di apparecchiature di riscaldamento e cottura cibi potenzialmente a rischio e la mancanza di acqua potabile la situazione appariva pericolosa "per l’incolumità pubblica e privata e per la salute": da qui l’ordinanza del marzo scorso. Ieri è stata portata a termine.