L’intelligenza artificiale è già tra noi, ma noi cosa sappiamo di lei?

È classificata come "forte" e prevede il primato delle macchine sull'uomo oppure debole. E questa è già nella nostra vita

Una ragazza al personal computer

Una ragazza al personal computer

Firenze, 6 ottobre 2020 - Il nostro viaggio sta volgendo al termine. Nella scorsa puntata abbiamo iniziato un breve focus sulle tecnologie e ci siamo soffermati sull’Internet delle Cose (IoT) e sulla nuova connettività del 5G. Oggi invece iniziamo a scoprire il mondo dell'intelligenza artificiale, analizzando cosa è e dove si sta già applicando. Per la Treccani: “L’intelligenza artificiale studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono di progettare sistemi hardware e sistemi di programmi software atti a fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana”. Essa è quindi la capacità di un sistema tecnologico (che sia software o hardware) di decifrare situazioni complesse, risolvere problemi o eseguire un compito tipico del comportamento e delle abilità umane. 

Il canale Youtube “Humans and IA” fornisce brevi pillole finalizzate ad analizzare e conoscere il complesso mondo del rapporto tra IA ed esseri umani. Nella prima puntata si pone subito la distinzione tra una Intelligenza Artificiale Forte e una Debole.

L'assistente virtuale del telefonino è un esempio di intelligenza arftificiale
L'assistente virtuale del telefonino è un esempio di intelligenza arftificiale

La teoria dell’IA Forte si basa sull'idea che il sistema tecnologico supererà presto quello umano, perché le capacità della macchina di apprendere, provare emozioni e prendere decisioni sono identiche, se non superiori, a quelle dell'essere umano. Su questo possiamo dormire ancora per un po' sonni tranquilli, perchè secondo molti studiosi siamo ancora indietro.

Discorso diverso invece è quando si parla di IA Debole: in questo caso il sistema tecnologico creato va a lavorare su singole azioni e attività (ad esempio la traduzione automatica dei testi o sistemi intelligenti di riconoscimento facciale) portando risultati superiori a quelli umani. In questi casi l'intelligenza artificiale viene allenata per essere potenzialmente scalabile su grandi numeri. Su questo invece cominciano ad esserci esempi e pratiche consolidate che stanno lasciando il segno.

Per capire meglio come questa tecnologia sia già presente nella nostra vita chiudo questa riflessione andando a evidenziare le applicazioni di IA che probabilmente molti di noi già usano quotidianamente come gli Assistenti virtuali o Chatbot, presenti dentro ogni smartphone. L’esempio più conosciuto è Siri, in questo caso l’assistente virtuale dialoga con l’utente, apprende dalle sue richieste e si migliora sulla base dei comportamenti del proprio “assistito”, cercando di essere migliore di un vero e proprio assistente fisico. Ma prendiamo un altro ambito di applicazione, il mercato dei videogiochi:  sono stati realizzati giochi in cui gli avversari virtuali, basandosi sull’auto-apprendimento, sono capaci di imparare in tempo reale come nascondersi o schivare i colpi dei giocatori in carne e ossa, semplicemente adattandosi e studiando le loro mosse. Per finire, nella medicina, dove algoritmi di IA vengono utilizzati per rilevare potenziali sintomi delle malattie, analizzare gli esami per immagini, le radiografie e proporre diagnosi. 

L’Intelligenza artificiale è già tra noi e di noi conosce già molte cose. E’ arrivato il tempo che ognuno conosca qualcosa in più di tutta questa tecnologia che ci sta attorno. 

Lapo Cecconi è docente Master Digital Transformation dell'Università di Firenze e fondatore della startup Kinoa

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