Il salto di qualità (necessario) per una PA digitale, innovativa e accessibile

Due macro obiettivi: innovazione delle PA e competenze digitali per le PA e il paese

Firenze, 8 settembre 2020 - Oggi parliamo di innovazione nella pubblica amministrazione. Da molti anni, forse troppi, si sentono proclami per rendere performanti le nostra amministrazioni pubbliche. Tanto è stato detto a proposito della loro semplificazione, dematerializzazione e digitalizzazione, ma molte amministrazioni sono ancora troppo lontane dagli standard minimi per poter rendere la cosa pubblica un'organizzazione realmente efficiente e smart. 

Dal 2017 il Governo ha iniziato una collaborazione con l’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale della Presidenza del Consiglio) per la redazione del Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione. Ad agosto è stato licenziato il terzo piano per l’annualità 2020-2022 come naturale evoluzione delle precedenti due edizioni e con un'attenzione maggiore all’attuazione degli obiettivi di trasformazione digitale. Tradotto: se non si fa sul serio a questo giro si perde il treno una volta per tutte

Sono due i macro obiettivi da centrare: rafforzare le leve per l’innovazione delle PA e dei territori, rafforzare le competenze digitali per la PA e per il Paese favorendo l’inclusione digitale.

Convergono nel primo obiettivo gli sforzi per la costruzione di organizzazioni e comunità attrattive, pronte a progettare servizi pubblici digitali, anche attraverso la costruzione di hub dedicati con il coinvolgimento attivo delle amministrazioni e degli stakeholder. Viene dato spazio anche al consolidamento del ruolo del Responsabile della Transizione al Digitale (RDT), come figura filtro capace di facilitare i processi di trasformazione digitale all’interno della PA Infine, c’è una sezione dedicata alla domanda pubblica come leva per l’innovazione del Paese, che si traduce in un maggior coinvolgimento di startup e imprese innovative negli appalti pubblici per la realizzazione di servizi o beni di valore collettivo. 

Il secondo macro obiettivo si concentra, invece, sulle competenze digitali indispensabili per realizzare innovazione nel settore pubblico e, come abbiamo ampiamente visto in questa rubrica, anche in quello privato. Le azioni sono volte, in primo luogo, a mappare le esigenze formative specifiche dei singoli settori delle amministrazioni, con l'obiettivo di colmare il gap delle competenze digitali e di incrementare le performance nell’erogazione di quei servizi pubblici che dovrebbero ambire ad essere sempre più digitali, innovativi, accessibili e vicini al cittadino. 

Obiettivi senza dubbio ambiziosi vedendo lo stato dell’arte del nostro paese in termini di innovatività e trasformazione digitale. Obiettivi però che devono essere raggiunti in tempi rapidi per colmare la distanza che ci separa dagli altri paesi dell’Ue. E’ quindi necessario che la Pa provi a fare quel salto di qualità, necessario per familiarizzare, una volta per tutte, con la tecnologia e con l’uso del digitale. Pena, per tutti, l’immobilismo e la perdita di opportunità di crescita e sviluppo. 

Lapo Cecconi è Docente Master Digital Transformation dell'Università di Firenze e fondatore della startup Kinoa

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