
di Alessandro Pistolesi
Niente mare né grigliate, la felicità sta nel rendersi utili per gli altri. Al massimo un morso al cocomero di sfuggita, durante la pausa. Un messaggio di solidarietà che tocca nel profondo arriva da medici e volontari, schierati in prima linea anche nel giorno di Ferragosto, il primo con i vaccini dopo un anno e mezzo di lotta ininterrotta contro il virus. Un nemico invisibile che non conosce ferie né cedimenti e che si contrasta solo con l’aiuto reciproco.
È un Ferragosto alternativo, diverso, ma pieno di significato. E proprio per questo più bello di tanti altri. È il Ferragosto di Giacomo, 29 anni, volontario della Misericordia San Martino Firenze Ovest. Stamani la sua sveglia è suonata alle 6,30. Fino al primo pomeriggio sarà al Mandela Forum per accogliere le persone che si fanno il vaccino. Vigilerà su di loro, pronto a intervenire in caso di bisogno. Un angelo custode vestito di gialloazzurro che ha detto no grazie a una settimana sotto l’ombrellone pur di essere qui, nel giorno di festa. "Ho preferito dare il cambio ai volontari che sono stati in prima linea durante la fase più acuta dell’emergenza" dice, leggero. Un gesto semplice ma enorme. "La campagna vaccinale è una cosa seria – riprende –, credo molto in questo servizio. E devo dire che i giovani stanno facendo la loro parte, anche più di altre fasce d’età". È il Ferragosto di Patrizia Centi, volontaria Croce Rossa: ieri sera è uscita dal Mandela alle 23. "Un Ferragosto dedicato al volontariato, alla solidarietà, alla condivisione. Sono felice, esserci è importante, soprattutto ora che intravediamo la fine di questo incubo". Già, perché ancora non è finita e il rush finale richiede massimo impegno. "Misuriamo la temperatura all’ingresso, facciamo sedere le persone e scambiamo qualche battuta. Spesso sono parole di rassicurazione". È anche il Ferragosto di Giorgio Garofalo, medico vaccinatore, dalle 7,30 alle 14 in servizio al Mandela: "Ho ancora in mente la data dell’11 febbraio, il giorno in cui sono partiti gli hub. Siamo andati avanti tra alti e bassi fino al 16 aprile, perché mancavano le dosi. Ma poi non ci siamo più fermati, raggiungendo 350mila vaccini senza mai girare la chiave per spegnere il motore. Lo faremo per la prima volta oggi pomeriggio per poi riprendere dopo qualche ora e andare avanti senza sosta".
L’obiettivo è intercettare più giovani possibili: da domani, per i ragazzi tra i 12 e i 18 anni che non hanno ancora ricevuto la prima dose, non servirà la prenotazione. "Negli ultimi giorni vediamo tanti giovani ma anche parecchi stranieri, cinesi e arabi. Abbiamo anche un mediatore cinese per agevolare al massimo le comunicazioni". Oggi saranno almeno in 50 al Mandela, tra medici e volontari. Un’altra squadra è schierata all’hub di Calenzano. "Se il cocomeraio davanti al Mandela sarà aperto ci regaleremo anche una fetta di cocomero", assicura il dottor Garofalo.
È un giorno di speranza, di fiducia. Di caldo inaudito ma soprattutto di ripartenza. Tra i vaccinatori di Ferragosto anche Pier Giorgio Rogasi, specialista di malattie infettive, andato in pensione il 16 dicembre del 2020 ma ancora operativo: "In 40 anni di professione avevo visto al massimo reparti pieni con malati di Aids. In un solo anno, l’ultimo, ho visto interi ospedali pieni di pazienti Covid e la sanità stravolta dal virus. Ciò che indigna di più sono le persone che non ci credono. È per questo che dobbiamo esserci. È per questo che voglio dare il mio contributo, anche a Ferragosto".