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Università, si aprono i seggi Con tanta voglia di astensione

Poco entusiasmo per il rinnovo delle rappresentanze studentesche in Ateneo. Prevale lo scetticismo: "Sempre gli stessi programmi che restano lettera morta".

Università, si aprono i seggi Con tanta voglia di astensione

"Sai che ci sono le elezioni studentesche? Sei andato a votare?" è il ritornello che da ieri percorre le aule universitarie. Studenti armati di spillette e volantini fermano i ragazzi che escono dalle lezioni, nella speranza di guadagnare qualche voto in più. Infatti, tra ieri e oggi, all’Università di Firenze si vota per rinnovare le rappresentanze studentesche all’interno degli organi dell’Ateneo, come il Senato Accademico e il consiglio d’amministrazione. I muri della biblioteca in piazza Brunelleschi sono tappezzati di striscioni colorati che invitano a votare quella o quell’altra lista. Ma la maggior parte degli studenti non sembra coinvolta.

"A noi non interessa proprio niente delle elezioni" ammettono cinque ragazzi che frequentano l’ultimo anno del Dams. "Le associazioni studentesche non ci informano sulle loro proposte e, quando arriva il giorno del voto, ci pressano per andare al seggio. In più – continuano – è completamente inutile preferire una lista: i programmi elettorali sono sempre gli stessi". La disillusione serpeggia tra gli studenti fiorentini: "Noi dovremmo pure credere che alle associazioni importa qualcosa di noi?" interviene Francesco, al primo anno di Filologia Moderna. "Si occupano di politica solo per agevolare la loro carriera in Università. Dubito che in Senato Accademico lottino davvero per noi, come dimostrano le centinaia di richieste rimaste inascoltate. Un esempio? Mantenere, anche dopo il Covid, le lezioni registrate".

"Non abbiamo votato – raccontano tre studenti di Lettere – perché i partiti in università sono più interessati a organizzare aperitivi e festini che a dare un aiuto concreto". Al malcontento dei ragazzi, rispondono due delle associazioni che in questi giorni si contendono le rappresentanze studentesche: Azione Universitaria, legata ad ambienti di destra, e Udu Firenze, di sinistra. "Il disinteresse verso le elezioni – spiega Oleg di Azione – è dovuto al fatto che gli studenti vedono l’università come un esamificio: vengo, studio e vado a casa. Non la vivono pienamente e non capiscono che ci impegniamo per loro e per l’Ateneo". "Il problema – interviene Sara di Udu – è che manca consapevolezza politica. Gli studenti non hanno voglia di impegnarsi e informarsi, al massimo votano un loro amico. Ma noi continueremo a lottare per la nostra università, perché non c’è niente di più bello di sentirsi ringraziare quando una proposta viene approvata".

Benedetta Macchini